Il pittore Angelo Capelli, di Villa d’Almé, espone in questi giorni le sue opere a Treviglio, ennesima personale di un artista che da sempre è riuscito ad ottenere l’attenzione della critica più qualificata e il consenso unanime da parte del pubblico. Paesaggista e ritrattista, Angelo Capelli ha tradotto l’antico linguaggio del figurativo tradizionale in un contesto di concettualità moderna, di libera interpretazione delle realtà e in perfetta armonia compositiva, con singolare e appropriato uso del cromatismo, con una costante linearità esecutiva, così da rendere inconfondibile ed esplicita la sua personalità.
Di lui hanno già scritto critici famosi e, fra questi (senza che ce ne vogliano gli esclusi), ci piace citare Raffaele De Grada il quale, al retorico interrogativo «esiste ancora la "razza" dei paesisti?», con chiaro riferimento alle tematiche del paesaggio sviluppate ed interpretate dall’artista bergamasco, così risponde: «Pittori come Angelo Capelli sono la smentita di questa tesi pessimistica. Senza essere rivelazioni, pittori come Capelli rappresentano la continuità di questo buon corso della poetica del paesaggio, che mantiene tra l’altro una sua importante funzione nella cultura di oggi». Una osservazione molto convincente questa di De Grada. L’immagine paesaggistica, dai sostenitori di diverse correnti pittoriche contemporanee ormai ritenuta sorpassata e non più condivisibile (un parere però, a nostro giudizio, per nulla accettabile), continua ad essere oltremodo importante pur nella evoluzione dell’arte pittorica.
Raffaele De Grada ne dà la completa spiegazione mentre noi, da parte nostra, aggiungiamo che per mantenere la sua «importante funzione nella cultura d’oggi» è necessario che l’artista abbia a «camminare» di pari passo con la cultura stessa per ciò che riguarda l’interpretazione del paesaggio. Angelo Capelli se ne è convinto da sempre per cui egli è riuscito a realizzare paesaggi esulando soprattutto dall’immagine fotografica dei soggetti da lui riportati sulla tela. I suoi paesaggi «parlano» mediante la brillantezza della luce, il susseguirsi di tocchi vivaci è l’intera presenza degli infiniti colori dell’arcobaleno, gli accenni indispensabili a delimitare un tratto di cielo, di collina o di un filare di vigneto che poi si perde nell’immensità dello spazio.
Un discorso a parte meriterebbero i ritratti eseguiti da Angelo Capelli, ma qui non ci è possibile. Ci soffermiamo soltanto a sottolineare le eccellenti doti di artista che Angelo Capelli ci manifesta con le sue opere che noi ammiriamo e che attentantemente contempliamo.
Durata della mostra: fino al 4 maggio.
Orari: tutti i giorni dalle 15 alle 19.
Sala espositiva «G. B. Dell’Era», Cassa Rurale, via Carcano 15, Treviglio.Lino Lazzari
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