Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Martedì 20 Dicembre 2011
Librai, un Natale in chiaroscuro
Ecco i consigli per un buon libro
Un'indagine di Confesercenti tra le librerie cittadine: la crisi pesa sulle vendite, ma c'è chi riesce a ritagliarsi nicchie interessanti e a mantenere lo «zoccolo duro» della clientela. E nonostante le difficoltà non mancano i consigli per gli acquisti.
«Non è decisamente il Natale migliore. La gente risparmia anche sui libri, speriamo negli ultimi giorni». Enrico Fassi, titolare della libreria Articolo 21 di piazza Pontida, sintetizza così il momento difficile per i librai cittadini, che stanno registrando un sensibile calo delle vendite pre natalizie rispetto agli ultimi anni, in cui c'era già poco da stare allegri.
Secondo l'indagine di Confesercenti, le difficoltà sono comuni a tutte le librerie cittadine, anche se fortunatamente non mancano le eccezioni positive. Nel complesso però i librai tengono duro, e non mancano di proporre i loro consigli per gli acquisti.
«Le strenne non vanno più – continua Fassi – ormai si punta sui tascabili per risparmiare qualche euro. In questa situazione non positiva, ci sono autori che si vendono comunque bene, come Murakami e Concita De Gregorio. Piace anche il fantasy di Paolini. La narrativa resta il genere preferito, ma sono abbastanza richiesti anche i libri di cucina».
Una tendenza, questa, che si riscontra anche alla Buona Stampa. «Le raccolte di consigli per chi si mette ai fornelli vanno per la maggiore – osserva Enzo Pagani – Le trasmissioni tv fanno da volano. Ma nel complesso il calo delle vendite si sente eccome. Mi sembra un Natale vissuto con preoccupazione, si punta sul volume di basso costo».
Per una scelta originale, Pagani dà due consigli: «Voglio segnalare “La congiura delle torri” di Francesco Fadigati, ambientato nella Bergamo medioevale, e “Amartinengo”, in cui Adriana Lorenzi raccoglie i suoi ricordi giovanili nella Bassa. Tra i libri religiosi merita una segnalazione “La storia di Chiara e Francesco”, di Chiara Frugoni».
La crisi si fa sentire anche alla Palomar di via Mai. «Siamo sotto gli incassi degli anni scorsi – ammette Valentina Porta – Da noi entra meno gente. E' preoccupante, perché il libro tutto sommato ha sempre tenuto bene, essendo un'idea economica e non futile. Invece quest'anno non è così: sento in giro che non è un bel momento per nessuno. Noi andiamo avanti e continuiamo a proporre quello che ci piace di più: da diversi anni consigliamo “La principessa sposa” di William Goldman e “Piccolo albero”, scritto da Forrest Carter per i ragazzi».
La nicchia della letteratura dedicata ai più giovani è alla base del successo di «Fantasia» di Borgo Santa Caterina. «A Natale i bambini sono privilegiati – spiega Laura Togni – ma posso dire con orgoglio che se la gente torna da noi è perché siamo capaci di dare buoni consigli. Nel mare di libri sfornati dagli editori sappiamo distinguere quelli buoni e li proponiamo ai nostri clienti. Per noi le vendite stanno andando molto bene per questo motivo. Credo che per raccogliere di più si debba tornare a fare i librai veri: competenza e passione sono molto apprezzati dai lettori».
Una ricetta condivisa anche da Paolo Arnoldi, titolare dell'omonima libreria sul Sentierone: «Noi ci siamo da cent'anni e abbiamo la nostra tradizione: mia madre mi ripeteva che la nostra libreria è come una piccola mucca. Fa poco latte ma lo fa sempre. E' così anche in questo periodo di crisi. Lo zoccolo duro della nostra clientela non ci abbandona, anche se magari di questi tempi si preferisce scegliere l'edizione più economica. In fondo bastano meno di 20 per regalare un buon libro e fare bella figura».
Clienti tiepidi in Città Alta, dove nemmeno l'effetto turismo aiuta. «Potrebbe andare meglio – osserva Federica Balzaretti di “Punto e a capo” - Stiamo lavorando meno del solito. La crisi si sente, anche se i nostri clienti abituali resistono. A loro consigliamo gli autori meno inflazionati. Il genere preferito rimane la narrativa, con una predilezione verso le edizioni tascabili».
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