Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Sabato 19 Novembre 2011
Lella Costa stasera al Creberg:
raccontiamo la realtà, noi donne
Sono piccole romanze recitate le Arie che Lella Costa porta in scena sabato sera (inizio alle 21, biglietti ancora disponibili) al Creberg Teatro di Bergamo. Monologhi tratti dai suoi spettacoli più riusciti, da Ragazze fino ad Adlib, legati tra loro dalla musica.
Sono piccole romanze recitate le Arie che Lella Costa porta in scena sabato sera (inizio alle 21, biglietti ancora disponibili) al Creberg Teatro di Bergamo. Monologhi tratti dai suoi spettacoli più riusciti, da Ragazze fino ad Adlib, legati tra loro dalla musica, elemento ormai irrinunciabile del lavoro dell'attrice milanese.
Gabriella Costa detta Lella, laurea in Lettere e diploma all'Accademia dei Filodrammatici di Milano, debutta a teatro nel 1980 con un monologo, genere che non abbandonerà più e che la vedrà impegnata anche come autrice, oltre che interprete. «Si parla tanto di lasciare spazio ai giovani - dice Lella Costa - e a un certo punto è giusto farsi da parte. Il momento arriverà anche per me, ma ad oggi continuo a ritenere il mio un mestiere meraviglioso e finchè avrò qualcosa da dire e un pubblico che mi segue salirò sul palco».
E allora parliamo di «Arie». Qual è il filo rosso che lega i testi di questo spettacolo?
«Arie è uno spettacolo antologico. Ci sono pezzi che vengono da miei lavori di parecchio tempo fa e altri più recenti. Sicuramente uno dei fili conduttori è la musica. L'anno scorso ho ricevuto il premio "Una vita per la musica" al Conservatorio di Milano e la motivazione sottolineava la relazione tra il mio lavoro di palcoscenico e la musica, il ritmo, le pause. Ripensandoci mi sono accorta che tengo a considerare i miei testi teatrali più degli spartiti che dei copioni, per me è importante come suonano».
«Quando abbiamo pensato di fare questo spettacolo, la congiuntura economica era palesemente sfavorevole - diciamo che abbiamo anticipato lo spread di sei mesi -, anche per questo si è pensato ad uno spettacolo agile, sobrio. La musica è molto presente e poi ci sono alcune tematiche come la memoria, il femminile, l'attenzione all'impegno civile e sociale. Direi che è soprattutto una chiacchierata molto confidenziale su temi che mi stanno a cuore».
Uno di questi è il tema dell'emergenza femminile. Da donna e da attrice continua a tenere alta la guardia?
«Io non credo che sia arrivato ancora il momento di abbassare la guardia, soprattutto per quel che riguarda la narrazione degli eventi. Abbiamo bisogno che la realtà delle donne venga raccontata in un altro modo, da troppo tempo ci hanno mostrato figure femminili e modelli di comportamento che non rappresentano la stragrande maggioranza delle donne. Uno dei primi diritti da rivendicare con forza è quello di essere noi a monitorare da vicino quello che accade, e a raccontarlo con la nostra voce».
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