Si è spento Pierluigi Lubrina
editore elegante e raffinato

È morto Pierluigi Lubrina. Gigi, per gli amici. L'editore bergamasco che si è segnalato per la finezza, l'eleganza, l'importanza del suo lavoro culturale, dei libri usciti per i suoi tipi. Tra cui testi di Luigi Meneghello, Alfredo Giuliani, Franco Loi, Franco Marcoaldi, Enrico Ghezzi, Edgar Morin.

È morto Pierluigi Lubrina. Gigi, per gli amici. L'editore bergamasco che si è segnalato per la finezza, l'eleganza, l'importanza del suo lavoro culturale, dei libri usciti per i suoi tipi. Tra cui testi di Luigi Meneghello, Alfredo Giuliani, Franco Loi, Franco Marcoaldi, Enrico Ghezzi, Edgar Morin. Si è spento ieri mattina alle 9,30 al reparto di Neurochirurgia dei Riuniti.

Vent'anni fa, nel pieno della vitalità, aveva avuto un ictus, che lo aveva sensibilmente invalidato nei movimenti. Aveva dovuto lasciare l'attività di editore. Poi il diabete che l'anno scorso, si era molto aggravato. Infine l'emorragia cerebrale che lo ha portato, in pochi giorni, alla morte.
Sposato, separato, lascia la compagna, Mara, da cui ha avuto due figli: Emma, 24 anni, impiegata al Cesvi, e Giulio, il nome del nonno, 20 anni, studente.

Pierluigi Lubrina era nato a Bergamo, nel marzo del 1945. Aveva iniziato gli studi liceali in collegio a Lodi. Iscrittosi a Legge non aveva però completato gli studi. O meglio, li aveva proseguiti da autodidatta. Apre poi una concessionaria di veicoli commerciali (Volvo) e auto (Lancia), la Siac, a Lallio. Veniva, del resto, da agiata famiglia proprietaria di una ditta di autoricambi e di un'azienda di autolinee. «Poi si è lanciato nell'editoria – ricorda Arialdo Ceribelli, titolare dell'omonima galleria di via San Tomaso 86 –. Aveva un grande amore per l'arte e i libri».

Lo ricordano anche due testimoni d'eccezione: Vittorio e Elisabetta Sgarbi. «Ho conosciuto Lubrina come persona elegante e raffinata – ha detto la editor di Bompiani –. È stato il primo editore dei miei film, dedicati a due artisti che lui, come editore, insieme a Arialdo Ceribelli, ha sempre seguito: Gianfranco Ferroni e Antonio Stagnoli. La vita non è stata clemente con lui, forse, ma io, da persona e da editore a mia volta, ne conservo limpidi il ricordo e la gratitudine».

«Era un uomo originale, coraggioso, curioso dell'arte e anche non conformista, un editore puro e libero, pronto ad affrontare argomenti e temi che altri editori non avrebbero affrontato, senza pensare solo a un introito economico» ha ricordato il critico d'arte.

© RIPRODUZIONE RISERVATA