Un minuto con Dante
«O gloria di Latin»

Al termine dell'invettiva di Dante contro l'Italia e Firenze, Virgilio si presenta a Sordello che non lo ha ancora conosciuto. Quando Virgilio pronuncia il suo nome, Sordello dopo un attimo di incredulità gli si getta ai piedi commosso, tributandogli un omaggio sincero.

«O GLORIA DI LATIN»

16 «O gloria di Latin», disse, «per cui
17 mostrò ciò che potea la lingua nostra,
18 o pregio etterno del loco ond'io fui,

19 qual merito o qual grazia mi ti mostra?
20 S'io son d'udir le tue parole degno,
21 dimmi se vien d'inferno, e di qual chiostra».

Al termine dell'invettiva di Dante contro l'Italia e Firenze, Virgilio si presenta a Sordello che non lo ha ancora conosciuto. Quando Virgilio pronuncia il suo nome, Sordello dopo un attimo di incredulità gli si getta ai piedi commosso, tributandogli un omaggio sincero. Lo definisce «gloria dei Latini», «pregio eterno» della terra mantovana dove entrambi sono nati. Sordello inoltre riconosce a Virgilio il merito di aver mostrato al mondo ciò che poteva la nostra lingua.

Virgilio spiega a Sordello da dove è partito e quale compito sta svolgendo, accompagnando il pellegrino Dante, per conto della Grazia divina. Riconosce tuttavia, con una punta di amarezza, che è un'anima del Limbo e che qui dovrà tornare al termine del suo viaggio, non perché abbia commesso colpe gravi ma perché ha conosciuto troppo tardi il vero Dio, «l'alto Sole che tu desideri».

Aggiunge poi che nel Limbo si trova in compagnia dei bambini morti senza battesimo e con gli spiriti dei giusti del mondo antico che praticarono le virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza) ma non conobbero le altre tre, quelle teologali (Fede, Speranza, Carità). Al termine chiede a Sordello la strada per giungere all'ingresso del Purgatorio. Sordello spiega ai pellegrini una «legge» del Purgatorio: non si può procedere nel cammino quando scendono le tenebre ma occorre fermarsi cercando un luogo dove riposare. Chi cammina nelle tenebre non sa dove va né può giungere alla Verità: il riferimento a vangelo di Giovanni (12, 35) allude al fatto che nel nostro viaggio più che confidare nelle nostre forze dobbiamo affidarci alla Luce vera.

Enzo Noris

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