Pandolfo di Malatesta
Un convegno per celebrarlo

Un grande progetto di studio e ricerca per mettere a fuoco la figura di Pandolfo III Malatesta. Un convegno di studi farà il punto sulla signoria malatestiana e sul progetto di Pandolfo: unire i domini in Lombardia, Marche e Romagna.

Personaggio straordinario Pandolfo III Malatesta. Personaggio che finalmente oggi – grazie ai più recenti studi - esce dall'ombra e comincia a veder riconosciuti e documentati il suo ruolo di grande protagonista nella vicenda cruciale degli assetti politici italiani del Rinascimento (e dunque dell'età moderna) e il suo innegabile contributo all'apertura all'Umanesimo nelle città da lui governate.

Signore di Fano dal 1385 e poi di Jesi dal 1409, condottiero del duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, amante delle lettere e delle arti, lungimirante e attento amministratore, Pandolfo è stato capace nel governo di Brescia - ottenuto pignoris nomine dal 1404 al 1421 a titolo di garanzia di pagamento per i servizi prestati allo Stato visconteo - di dare vita a una vera e propria Signoria, trasformando la città lombarda in capitale e in corte ricca e raffinata.

Durante gli anni bresciani, Pandolfo è teso a fondare una stabile e duratura signoria lombarda (che poi estende anche a Bergamo e a Lecco) da unire ai propri domini della Romagna e delle Marche, prospettando, in maniera assolutamente innovativa a quel tempo, un collegamento nella gestione politica, amministrativa, agricola e nella vita culturale tra il Nord e il Centro Italia e mostrando, a tal fine, tutta la sua innegabile abilità politica e diplomatica e spiccate doti organizzative, che lo resero un amministratore - anche in campo finanziario e contabile - sagace e accorto. E' partendo da queste considerazioni che ha preso corpo - grazie ad un comitato promotore presieduto dal Prefetto di Brescia Narcisa Livia Brassesco Pace, al coordinamento scientifico di Giorgio Chittolini (Università degli Studi di Milano), di Elisabetta Conti (Università Cattolica di Brescia) e Nadia Covini (Università degli Studi di Milano) e al sostegno della Fondazione CAB di Brescia, UBI Banca, Banco di Brescia, Banca Popolare di Bergamo e Banca Popolare di Ancona - un importante progetto di studio e indagine per la definizione e messa a fuoco della figura e dell'operato di Pandolfo Malatesta, che avrà un momento centrale in un convegno di studi in più giornate, che dal 14 al 16 aprile coinvolgerà i massimi studiosi del periodo storico in esame, toccando le città legate alle vicende malatestiane. Il convegno farà tappa a Brescia, Clusane d'Iseo, Bergamo e Fano, che hanno avuto ruoli significativi nella Signoria di Pandolfo Malatesta, ed altrettanto significativo è riscontrare oggi che quel legame che Pandolfo aveva avviato trova precisa rispondenza con la presenza, in tutti questi luoghi, di importanti istituti di credito facenti parte di UBI Banca.

Sembra proprio assodato che alla corte di Malatesta, per la prima volta, si applicasse un avvio del metodo contabile della partita doppia. Ma i collegamenti, gli scambi e i legami sovraregionali da lui avviati si svilupparono in tutti campi. Pandolfo condusse a Brescia e a Bergamo non solo i suoi amministratori, per lo più marchigiani, ma anche i suoi sarti, i suoi artigiani e i suoi cuochi, come pure letterati del calibro di Bartolomeo Baiguera o artisti di primo piano come Gentile da Fabriano. Al suo rientro a Fano nel 1421, costretto ad abbandonare i domini lombardi - porterà con sé la sua ricchissima biblioteca, i suoi registri contabili, condurrà manovalanze venete e lombarde.

Aperto al pubblico e arricchito da interessanti iniziative rivolte ai partecipanti – visite guidate ai luoghi malatestiani, una particolare mostra documentaria, esecuzioni musicali di brani d'epoca, ecc. – il convegno è “itinerante”, di altissimo livello scientifico e nel contempo ricco di spunti e curiosità su uno dei protagonisti assoluti della storia d'Italia nell'età delle corti e dell'Umanesimo. Sono tante infatti le novità relative alle vicende malatestiane emerse in questi anni grazie alle tante ricerche e agli studi condotti: in particolare quelli sui Codici Maltestiani, registri contabili di dare e avere che includono spesso notizie su sue vicende familiari e storiche e aprono squarci interessanti su personaggi, usi, frequentazioni del Signore di Brescia Bergamo e Fano.

E ora – dopo che l'esame paleopatologico sulla mummia di Pandolfo, rinvenuta a Fano, aveva già aggiunto importanti tasselli nella definizione della sua figura – pare possibile dare anche un volto a Pandolfo, laddove risulta ormai certo che l'immagine di bella fattura incisa sul soldino - monetina d'argento coniata presso la zecca bresciana tra il 1406 e il 1408, ricomparsa a metà dell'Ottocento – costituisce l'unico ritratto del Malatesta finora pervenutoci (il soldino verrà esibito in una delle iniziative collaterali al convegno). Franco Cardini (Università di Firenze), Giorgio Chittolini (Università degli Studi Milano), Elisabetta Conti (Università Cattolica di Brescia), Stefania Buganza (Università Cattolica di Milano), Gianmaria Varanini (Università di Verona), Massimo Zaggia (Università di Bergamo), Marco Bizzarrini (Università di Padova), Mario Taccolini (Università Cattolica di Brescia), Maria Nadia Covini, (Università degli Studi Milano), Massimo Della Misericordia (Università Milano Bicocca), Patrizia Mainoni (Università di Bari), Giorgietta Bonfiglio Dosio (Università di Padova), Marialuisa Bottazzi (Università di Trieste), Anna Falcioni, (Università di Urbino) e Francesco Paolo Fiore (Università di Roma) affronteranno dunque nei tre giorni di convegno diversi aspetti dalla storia e della corte di Pandolfo, senza dimenticare un inquadramento storico più generale che tenga conto della geografia politica e del clima culturale del tempo, ove la vicenda malatestiana, con la raggiunta la centralità di Brescia nei rapporti fra Lombardia e Veneto, assume un ruolo chiave.

Dall'agricoltura all'arte, dalla gestione amministrativa e politica alla musica (con importanti novità su alcune figure-chiave della vita musicale presso la corte bresciana e sul ruolo attribuito da Pandolfo ai musici), dalla moda all'architettura militare, fino al confronto con altri condottieri come Facino Cane: saranno dunque molte le tematiche affrontate nei tre giorni di convegno, con la possibilità per il pubblico di seguire i lavori nelle diverse sedi, utilizzando una navetta prenotabile fino a esaurimento posti (030/2293376). Tra le iniziative che animeranno le tre giornate, accanto alle relazioni degli studiosi e ai saluti delle massime autorità delle città coinvolte, ricordiamo, il 14 a Brescia, una breve esecuzione dal vivo di musiche d'epoca con la direzione del Maestro Ugo Orlandi e la partecipazione del musicista francese Jean Paul Bazin, virtuoso di chitarrino medievale, noto a livello internazionale per le sue incisioni di musiche del Quattrocento italiano. Bazin ha aderito con entusiasmo al progetto che prevede, assieme alla pubblicazione degli atti del convegno, anche la realizzazione di un CD audio contenente una selezione - curata da Marco Bizzarini e dal maestro Ugo Orlandi del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano - delle migliori incisioni discografiche di musiche del primo Quattrocento, nonché alcuni brani appositamente registrati per questa occasione, come la ballata Ore Pandulfum composta quale consolatio per la scomparsa di Paola Bianca Malatesta, prima moglie di Pandolfo (maggiori informazioni sulla scheda specifica).

A Bergamo, il giorno 15 aprile, vi sarà poi la visita guidata ai luoghi di Bartolomeo Colleoni e il 16, a Fano, vi potrà visitare la mostra Pandolfo III Malatesta, signore di Fano, Brescia e Bergamo, a cura di Anna Falcioni e Antonello de Berardinis, allestita presso i Musei Civici di Fano, con il contributo anche dell'Archivio di Stato di Fano, della Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle Marche e dell'Università degli Studi di Urbino.

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