Arriva Peter  Frampton
È il chitarrista dei record

Dopo tredici anni torna in Italia Peter Frampton per un minitour che si apre martedì 22 marzo alla Salumeria della Musica di Milano, prosegue il giorno dopo a Roma e si chiude giovedì 24 a Ostuni (Brindisi).

I boccoli d'oro sono spariti, la calvizie dei suoi quasi sessantun anni dice che non è più tempo di mandare in visibilio le ragazzine («ci fece fuori tutte», ricorda qualche nostalgica sul web). Dopo quattro mogli e tre figli puoi anche immaginare che uno abbia generosamente dato. Ma il sorriso è intatto e, soprattutto, non ha perso la mano dei giorni migliori. Anzi, quella dei bravi chitarristi matura con l'età (guardate il grande Eric Clapton). Dopo tredici anni torna in Italia Peter Frampton per un minitour che si apre martedì 22 marzo alla Salumeria della Musica di Milano, prosegue il giorno dopo a Roma e si chiude giovedì 24 a Ostuni (Brindisi).

Ci sfuggì nel 2004, perché il concerto allora programmato all'Alcatraz di Milano (era il 24 febbraio) fu annullato con tutta la tournée europea in segno di lutto per la morte di Bob Mayo, chitarrista e tastierista che per una vita aveva accompagnato il rocker inglese. Stavolta ci riprova, rinfrancato dal Grammy Award vinto con il disco strumentale “Fingerprints” del 2006 e un buon album come l'autobiografico “Thank you Mr. Churchill” del 2010, che dà anche il titolo al tour.

Peter Frampton, eletto Volto del 1968 in Inghilterra e Artista dell'anno nel 1976 negli Stati Uniti dalla rivista Rolling Stone, è entrato nell'olimpo del rock per aver stabilito un record durato anni: il suo “Frampton comes alive!” del '76 è stato l'album dal vivo più venduto della storia. Oltre 16 milioni di copie (meglio di live epici e ben più celebrati come “Made in Japan”, 1972, dei Deep Purple, o “The song remains the same”, 1976, dei Led Zeppelin). All'epoca un doppio vinile che tutti i ragazzi corsero ad acquistare (anche a Bergamo, eccome), poi ristampato in cd versione deluxe nel 2001 e in dvd nel 2004.

A giugno il chitarrista di Beckenham (nel Kent) inizierà a New York un tour mondiale per festeggiare i 35 anni di questo best-seller della musica, in seguito superato nella diffusione solo dal triplo “Live 1975-85” di Bruce Springsteen & The E Street Band (1986) e da “Double live” di Garth Brooks (1998), idolo country degli americani.

Non è esagerato parlare di capolavoro per “Frampton comes alive!”, registrato un anno prima in buona parte nell'arena stracolma del Winterland di San Francisco, per non dire delle tappe negli stadi da folle oceaniche. Un disco in cui tutto funziona a meraviglia: band affiatata e di alto livello, belle (e orecchiabili) canzoni, sia elettriche che acustiche, trascinanti al punto giusto (e non solo per la faccia carina del giovane Peter, uno comunque nato «per vivere sul palco», parole sue), compresa una intrigantissima cover di “Jumping Jack Flash” dei Rolling Stones reinterpretata con un tempo jazzy. La sorpresa di quella tournée fu una diavoleria chiamata talk-box, un aggeggio che filtra e distorce il suono della chitarra attraverso i cambiamenti di forma della bocca generando uno straordinario effetto-voce umana che sarebbe piaciuto a Jimi Hendrix e che straripa nel climax della lunga (più di 13 minuti) ma esaltante “Do you feel like we do”.

Quel brano divenne anche un singolo di successo come “Baby, I love your way”, “Show me the way” o “Shine on”, retaggio dei mitici Humble Pie, il gruppo in cui aveva militato dividendo il ruolo di gallo del pollaio con l'altro chitarrista Steve Marriott. E' impensabile che non riproponga queste canzoni nel concerto di Milano, che gli organizzatori ci annunciano come molto atteso. E ti pare. Frampton - che ha lavorato anche con Bob Dylan, David Bowie e gli ex Beatles George Harrison e Ringo Starr, e compare pure in un episodio dei Simpsons - è amato dai fan e rispettato dai colleghi in virtù di un talento e una classe che solo qualche detrattore sottovaluta per snobismo verso la musica accompagnata da un felice riscontro commerciale. Se una pecca si può imputare a Frampton è di non essere riuscito a sfornare altri dischi all'altezza di quel magnifico live, pur riconoscendogli una produzione dignitosa. Ma quanti (soprattutto gli invidiosi) vorrebbero essere nei suoi panni.

Formazione Peter Frampton, che canta oltre a suonare l'inseparabile Gibson, arriverà con tutta la band attuale che schiera Adam Lester alla seconda chitarra, Rob Arthur alle tastiere e alla voce, Stanley Sheldon (lo stesso di “Frampton comes alive!”) al basso e Dan Wojciechowski alla batteria.

Orario e biglietti Il concerto che Peter Frampton terrà martedì 22 marzo alla Salumeria della Musica di Milano (via Pasinetti 4) inizia alle 22. Il biglietto, posto unico (reperibile nel circuito TicketOne), costa 35 euro più diritti di prevendita. Organizza Barley Arts, in collaborazione con il locale milanese.

Andrea Benigni

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