Un minuto con Dante Alighieri
Griffolino e Capocchio: i falsadori

«Un minuto con Dante» prosegue con una nuova webcam del prof. Enzo Noris, che, questa volta, ci fa riflettere su altri versi dell'Alighieri, laddove si parla di Griffolino e Capocchio, «i falsadori».

GRIFFOLINO E CAPOCCHIO: I FALSADORI

IF XXIX, 133 ss.


133 Ma perché sappi chi sì ti seconda
134 contra i Sanesi, aguzza ver me l'occhio,
135 sì che la faccia mia ben ti risponda:

136 sì vedrai ch'io son l'ombra di Capocchio,
137 che falsai li metalli con l'alchìmia;
138 e te dee ricordar, se ben t'adocchio,

139 com'io fui di natura buona scimia».

Lasciato Geri del Bello, nella seconda parte del canto XXIX Dante e Virgilio incontrano - nella decima ed ultima bolgia - i falsadori. Costoro sono condannati a soffrire malattie ripugnanti e fastidiose che ne deturpano i connotati, proprio come loro avevano cercato in vita di contraffare i metalli e non solo.

Tra i falsadori infatti distinguiamo i falsificatori di metalli, di persona, di moneta e di parola. I primi sono gli alchimisti, coloro che cercavano di trasformare il metallo vile in oro, confidando nei loro poteri al limite della stregoneria; non a caso molti di costoro finirono arsi sul rogo come eretici. A volte tali falsadori riuscivano a far credere al prossimo di avere virtù straordinarie come quella dell'arte del volo: Griffolino d'Arezzo, falsadore che Dante incontra e con il quale si intrattiene, aveva fatto credere al senese Alberto di potergli insegnare a volare!

L'episodio fornisce al poeta il pretesto per pronunciare un «improperium» contro Siena: «Or fu già mai gente sì vana come la sanese?» (vv. 121 s.). Il secondo personaggio è Capocchio, forse compagno di studi di Dante, anche lui coperto di piaghe per scontare la sua abilità di alchimista e di imitatore di persona. Nell'ultimo verso del canto, Capocchio dice di sé che fu «di natura buona scimia» in quanto la scimmia era per i medievali l'animale che più impressionava per la sua somiglianza con gli umani e per la sua naturale bravura nell'imitare i loro atteggiamenti.

La similitudine, piuttosto singolare e stravagante forse proprio com'era stravagante Capocchio, descrive emblematicamente l'abilità degli alchimisti nel contraffare le cose di natura.

Enzo Noris

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