Cultura e Spettacoli
Mercoledì 02 Febbraio 2011
Un minuto con Dante:
avea del cul fatto trombetta
Il canto XXI si chiude in maniera curiosa ed abbastanza nota: il drappello dei diavoli, che dovrà scortare, per ordine di Malacoda, Dante e Virgilio lungo l'argine sinistro dello stagno di pece bollente, si prepara alla partenza e all'occorrenza ciascuno fa un segnale d'intesa.
AVEA DEL CUL FATTO TROMBETTA
IF XXI, 136 ss.
Per l'argine sinistro volta dienno;
ma prima avea ciascun la lingua stretta
coi denti, verso lor duca, per cenno;
ed elli avea del cul fatto trombetta.
Il canto XXI si chiude in maniera curiosa ed abbastanza nota: il drappello dei diavoli, che dovrà scortare, per ordine di Malacoda, Dante e Virgilio lungo l'argine sinistro dello stagno di pece bollente, si prepara alla partenza e all'occorrenza ciascuno fa un segnale d'intesa rivolto al loro capo Barbariccia e questi, a sua volta risponde.
Fin qui, vista l'analogia evidente tra il drappello dei diavoli ed un reparto di soldati che si mettono in marcia, non ci sarebbe nulla di strano; il fatto è che Dante ci descrive due segnali piuttosto insoliti e addirittura irriverenti: i diavoli fanno delle vere e proprie pernacchie tenendo la lingua stretta fra i denti ed il loro capo risponde con un peto, utilizzando un singolare strumento.
Il linguaggio si adegua al registro basso e comico, adottato per descrivere i diavoli Malebranche, e scade qui nell'osceno: è l'esito ridicolo e grottesco della demonologia dantesca, rappresentata come la parodia di una schiera di soldati che si apprestano a marciare.
Ben altro tenore avrà la descrizione di Satana, contenuta nel canto XXXIV dell'Inferno, nel quale dominerà il registro opposto, vale a dire quello tragico, adatto a rappresentare la natura malvagia ed inquietante del principe dei demoni.
Enzo Noris
© RIPRODUZIONE RISERVATA