Cultura e Spettacoli
Mercoledì 17 Novembre 2010
Un minuto con Dante
Le Furie e la Gorgone
«Un minuto con Dante» prosegue con una nuova webcam del prof. Enzo Noris, che, questa volta, ci fa riflettere su un altro verso di Dante Alighieri: «O voi ch'avete li 'ntelletti sani, mirate la dottrina che s'asconde sotto 'l velame de li versi strani».
LE FURIE E LA GORGONE IF IX, 55 ss.
«Volgiti 'n dietro e tien lo viso chiuso;
ché se 'l Gorgón si mostra e tu 'l vedessi,
nulla sarebbe di tornar mai suso».
Così disse 'l maestro; ed elli stessi
mi volse, e non si tenne a le mie mani,
che con le sue ancor non mi chiudessi.
O voi ch'avete li 'ntelletti sani,
mirate la dottrina che s'asconde
sotto 'l velame de li versi strani.
Virgilio sta ancora spiegando a Dante che è già sceso nell'Inferno e che ha le carte in regola per svolgere il suo ruolo di guida, quando all'improvviso dalle mura della città di Dite ecco apparire le furie infernali e la Medusa, la Gorgone. Secondo il mito chi osava guardarla sarebbe rimasto impietrito all'istante.
Virgilio ordina a Dante di voltarsi e di coprirsi gli occhi con le mani; non contento procede lui stesso a voltare il discepolo e gli appoggia le mani sopra le sue. Questo gesto di grande delicatezza e premura mostra la prontezza d'animo di Virgilio; si colloca infatti dopo l'episodio nel quale la guida si era trovata costretta a giustificare il proprio ruolo ad un discepolo timoroso: dall'imbarazzo occorre passare alla decisione, mettendo da parte ogni residuo di orgoglio e di falso amor proprio.
Le Furie e la Gorgone potrebbero rappresentare qui il rimorso e i sensi di colpa paralizzanti che rischierebbero di distogliere il pellegrino dalla risolutezza necessaria a proseguire il viaggio. Questo passaggio è da interpretare in chiave allegorica tant'è vero che Dante si rivolge ai lettori invitandoli ad andare oltre il velame de li versi strani, vale a dire oscuri, per capirne il vero significato.
Ecco quindi, dopo lo scampato pericolo, annunciarsi l'arrivo del Messo celeste che attraverso la palude Stigia procede rapido e a piedi asciutti; utilizzando una verghetta, simbolo del potere affidatogli da Dio, redarguisce i diavoli disperdendoli e spalanca la porta ai due pellegrini. Dante e Virgilio possono entrare nella città dove scorgono una vasta distesa di tombe infuocate nelle quali sono sepolti gli eretici.
Enzo Noris
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