Il pittore bergamasco Vittorio Bellini presenta in questi giorni una sua personale a Bamberg in Germania. L’artista espone una quarantina di opere le quali permettono la visione di un «percorso» che riassume la sua carriera dalla metà degli anni Ottanta fino ad oggi.
Il percorso incomincia con alcuni ritratti dove i personaggi sono indagati nell’intimità dell’anima, e figure eseguite con tocco delicato e leggero (1985-1987). Il nucleo più «impegnato» e «sentito», anche per l’importanza delle dimensioni, include alcuni dipinti del periodo della «Via Crucis» di Vertova presentata nel 1989 dal critico Giovanni Testori al meeting di Rimini, ed opere ispirate ad eventi drammatici che hanno sconvolto la storia dell’umanità nell’ultimo ventennio, quali la guerra in Bosnia (1933) e nel Kosovo (1998), la caduta del muro di Berlino (1991). Tra le opere che vengono esposte vi sono anche delle inedite particolarmente riferite a tematiche sacre.Oltre ai dipinti, Vittorio Bellini presenta anche delle sculture: figure umane con la peculiarità di essere realizzate con materiali poveri e insoliti, quali la sabbia, il gesso, la juta, la stoffa, la carta. Sono «lavori» di una fragilità estrema che danno l’impressione di potersi sgretolare e deteriorare da un momento all’altro. Il rimando è certamente alla condizione umana del nostro vivere che, si sa, ha la precarietà medesima di queste sculture. Come in un cerchio immaginario la rassegna si conclude con i ritratti di forte impatto emotivo e valenza espressiva degli ultimi anni; dai colori soffusi dei ritratti degli anni Ottanta, Vittorio Bellini passa così, in un percorso carico di conquiste, alla matericità di olii e smalti dai cromatismi brillanti e violenti.
Durata della mostra
fino al 4 marzo
Dove
Galleria Kuns Auktionhaus Schlosser, Bamberg (Germania).
(13/02/2006)
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