Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Lunedì 26 Aprile 2010
Al «Donizetti» c'è Glauco Mauri
In scena «L'inganno» di Shaffer
Due soli personaggi in scena, che a un certo punto diventano tre ma poi si riducono di nuovo a due: sveliamo così, ovvero a carte coperte, il meccanismo di Sleuth, fortunatissima commedia di Anthony Shaffer portata sullo schermo già in due occasioni: la prima nel 1972, a cura di Joseph L. Mankiewicz, con una coppia di attori del calibro di Laurence Olivier e Michael Caine in un film che da noi si chiamò Gli insospettabili; la seconda da Kenneth Branagh, sempre con Michael Caine, nel ruolo che fu di Laurence Olivier, e con Jude Law nel ruolo precedentemente coperto da Caine.
Sleuth (alla lettera il segugio) nel 1972 ricevette il prestigioso “Premio Award” per la migliore commedia dell'anno e cominciò, così, la sua fortunatissima carriera teatrale, grazie soprattutto alle notevoli abilità di sceneggiatore di Shaffer: ironia, dramma, gioco, comicità e sorprendenti colpi di scena fanno sì che sul palcoscenico si crei un'atmosfera di grande divertita tensione. Ma sotto l'apparente superficialità di un racconto in sé labile si avverte l'amara considerazione sulla stupida follia che così spesso devasta il rapporto tra gli uomini.
Sleuth è lo spettatore stesso. È lui il segugio che investigando deve scoprire, nascosti tra i tanti inganni, i sentimenti che si agitano nell'animo dei due protagonisti. L'inganno, appunto, con tutti i suoi grotteschi e a volte crudeli giochi, è il caso da risolvere.
Il testo, che la critica definì thriller-psicologico, nell'elaborazione di Glauco Mauri prende il titolo proprio di Inganno. Il soggetto è il gioco al massacro, il duello tra Andrew, un noto scrittore, chiuso nella sua lussuosa casa-giocattolo dai mille trabocchetti, e Milo Tindle, anzi Tindolini, un aspirante attore di origine italiana che di mestiere fa il parrucchiere, parvenu da quattro soldi e di bell'aspetto, con una relazione adulterina con la vanesia moglie dello scrittore. Andrew e Milo sono molto diversi: il primo impiega la propria difficile esistenza in un continuo gioco di fantasia così da sfuggire alla stupida noia della vita, il secondo, invece, è in lotta continua, preso dal desiderio di rivincita sulla sua condizione di semi-emarginato.
Al termine della pièce i due uomini finiranno per scambiarsi i ruoli: ognuno sarà al tempo stesso vittima e carnefice. Due uomini che giocano a ingannarsi, a ferirsi nei loro più intimi sentimenti, in una partita che spesso si trasforma in una farsa feroce. Ma, come accade spesso nella vita, la farsa che gioca con le debolezze dell'uomo si tramuta in un dramma in cui l'uomo rimane vittima di se stesso.
In Sleuth si ride, ci si diverte, ma ci si ricorda anche che l'uomo, nel bene e nel male, rimane sempre il protagonista del suo destino. Ad interpretare i due rivali, Glauco Mauri e Roberto Sturno, personaggi di spicco del panorama teatrale degli ultimi cinquant'anni, legati dal 1981 da un lungo sodalizio artistico dal quale è nata la Compagnia Mauri-Sturno, protagonista di alcuni degli spettacoli di maggior successo dell'ultimo ventennio.
INCONTRO CON GLI ATTORI Glauco Mauri e Roberto Sturno incontreranno il pubblico venerdì 30 aprile alle 18 in un appuntamento a tema nella Sala Conferenze del Teatro Donizetti. Coordina il critico teatrale Pier Giorgio Nosari. Ingresso all'incontro libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Recite al Donizetti da martedì 27 aprile a sabato 1 maggio alle ore 20.30; domenica 2 maggio alle ore 15.30. Costo dei biglietti da euro 10.00 a euro 28.00 più diritto di prevendita del 10%. Per informazioni sugli spettacoli: tel. 035.4160678 da lunedì a venerdì 9.00-12.00 e 15.00-17.00 www.teatrodonizetti.it
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