Cultura e Spettacoli / Val Calepio e Sebino
Lunedì 12 Aprile 2010
Marmi e gessi di Canova
alla Galleria Tadini di Lovere
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Questa vicenda è innanzitutto una storia di amicizia, che ha importanti conseguenze per la storia dell'arte e ha inizio a Roma nel 1795, quando la città era il centro di attrazione per viaggiatori provenienti da tutta Europa, stupiti per la grandiosità delle rovine e per i capolavori che si potevano ammirare nelle collezioni pubbliche e private. Qui si incontrano, quasi per caso, i quattro protagonisti della vicenda: Antonio Canova, che si andava affermando come il più moderno interprete dell'antico, l'amico Antonio d'Este che ne dirigeva lo studio, il conte Luigi Tadini, ricco possidente cremasco in viaggio d'affari, accompagnato dal figlio Faustino.
La mostra si apre ricostruendo le circostanze in cui matura il volumetto di Faustino Tadini, «Le sculture e pitture di Antonio Canova pubblicate fino a quest'anno 1795» (Venezia 1796), che costituì il primo catalogo e la prima attestazione di fortuna letteraria dello scultore. Segno concreto della stima dell'artista nei confronti della famiglia Tadini fu il dono del bozzetto per «La Religione», destinata al monumento a Clemente XIII: pochi in Italia potevano vantarsi di possedere una terracotta originale di Canova.
Il conte Tadini, dal canto suo, incrementò la propria raccolta acquistando un certo numero di incisioni che riproducevano le opere canoviane, restaurate e proposte per la prima volta al pubblico. Intorno al 1818 il conte, concludendo l'allestimento del proprio Museo nel palazzo di Crema, tentò di arricchirlo con un'opera di Canova. Il suo interesse era rivolto innanzitutto alle “teste di carattere”, genere ben noto in Lombardia grazie all'attenzione riservatagli da altri collezionisti.
Grazie all'importante e generosa collaborazione dei Civici Musei di Storia e Arte di Brescia è possibile mettere a confronto con l'iniziativa del conte Tadini la vicenda del bresciano Paolo Tosio, i cui rapporti con Tadini sono facilmente intuibili a fronte della comune frequentazione dell'Ateneo bresciano. Tosio avrebbe acquistato da Canova il busto di Eleonora d'Este e avrebbe dimostrato un'intelligente apertura alla scultura neoclassica comprando il Ganimede di Bertel Thordvalsen, eccezionalmente esposti in mostra.
I due marmi erano esposti nel Gabinetto ottagonale di Palazzo Tosio, in un confronto che si ritiene opportuno riproporre anche in mostra per documentare le differenti scelte compiute dal conte Tadini, la cui fedeltà ad Antonio Canova si può dire esclusiva. Fu Canova a suggerire al conte che desiderava una sua opera l'esecuzione di una stele in memoria di Faustino.
Eseguita tra il 1819 ed il 1821, la Stele Tadini rappresenta forse l'ultimo capolavoro dell'artista, che rielabora il tema della dolente già impostato nella Stele Volpato (Roma, Santi Apostoli), richiamata in mostra dall'importante gesso originale concesso in prestito dall'Accademia di Belle arti di Ravenna, e trasfigura in una commossa elegia il ricordo del tragico episodio nel quale scomparve il giovane.
Il tema è senz'altro in rapporto con il dibattito sul significato della memoria e dei monumenti funerari che in quegli anni vedeva impegnati sul fronte letterario Ugo Foscolo, Ippolito Pindemonte e Pietro Giordani. L'ultima tappa della mostra riguarda il mito di Canova, scomparso a Venezia il 13 ottobre 1822, nella collezione Tadini. Ne è precoce attestazione il Ritratto di Antonio Canova, busto in caolino, ispirato ad un'incisione di Antonio d'Este (pure conservata nella raccolta Tadini), ricavato dallo stesso modello già adottato per l'incisione riprodotta nel volumetto di Faustino Tadini. Il busto fu poi proposto a Lattanzio Querena come modello per una tela commissionata nel 1828, parte di un progettato ciclo di “Uomini illustri”.
La mostra si avvale del patrocinio del Ministero per i Beni e le attività culturali, della Rete Museale dell'Ottocento Lombardo, della Regione Lombardia, della Provincia di Bergamo, della Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi, del Comune di Lovere. E' stata realizzata con il sostegno della Camera di Commercio di Bergamo e della Fondazione Banca Popolare di Bergamo Onlus. Inaugurazione 24 aprile ore 18.00, Sala dei Concerti dell' Accademia tadini, Lovere.
Sede della mostra: Lovere – Lago d'Iseo - Galleria dell'Accademia Tadini, Palazzo dell'Accademia, via Tadini 40 (Lungolago) - Atelier del Tadini, via Matteotti 1a.
Orari: da martedì a sabato 15.00 – 19.00 Domenica e festivi 10.00 – 12.00; 15.00 – 19.00. Con lo stesso biglietto d'ingresso sarà possibile visitare la Galleria del Tadini (33 sale di esposizione), importante testimonianza del collezionismo ottocentesco.
Biglietti: Intero 7.00 € - ridotto 5.00 € Riduzioni: TCI – ACI – Enti consociati Service Rotary Club Lovere-Iseo Breno: ingresso gratuito per giovani fino ad esaurimento biglietti disponibili.
Per informazioni: Tel. 035 962780 Fax 035 4345158 E-mail [email protected] www.accademiatadini.it. Per informazioni su visite guidate alla mostra, contattare il numero 349 4118779 oppure scrivere a [email protected].
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