L'ultimo saluto a Giulio Bosetti
Nel suo cuore il teatro e Bergamo

Funerali in forma privata per Giulio Bosetti, grande bergamasco e grande attore di teatro, regista e impresario teatrale. La morte l'ha colto, dopo una lunga malattia, nella mattinata di giovedì 24 dicembre.

Si sono svolti questa mattina - sabato 26 dicembre - alle ore 10 nella parrocchia di Sant'Agata a Basilio, alle porte di Milano, i funerali di Giulio Bosetti, morto la vigilia di Natale. I parenti avevano chiesto che le esequie si svolgessero in forma privata. Erano presenti un centinaio di amici. Sul sito internet del teatro Carcano, l'ultimo saluto: «La direzione del teatro Carcano annuncia, con immenso dolore, la scomparsa di Giulio Bosetti»

Bosetti, grande bergamasco, grande attore di teatro, regista e impresario teatrale avrebbe compiuto 79 anni il 26 dicembre. La morte l'ha colto, dopo una lunga malattia, nella mattinata di giovedì 24 dicembre.




Il teatro Giulio Bosetti era nato a Bergamo il 26 dicembre 1930 sopra al Teatro Duse, fatto costruire dal nonno, impresario teatrale. Ha frequentato l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica diretta da Silvio D’Amico ed ha iniziato la sua carriera con l’interpretazione di Tonin, uomo d’arme bergamasco, nella Moscheta di Ruzante al Teatro dell’Università di Padova con la regia di Gianfranco De Bosio (1950). L’anno dopo viene scritturato da Giorgio Strehler per il Piccolo Teatro di Milano. Negli anni seguenti è al Teatro Ruzante di Padova (Un uomo è un uomo di Bertolt Brecht, L’albergo dei poveri di Maxim Gor’kij) e al Teatro Stabile di Genova (Colombe di Jean Anouilh). Quindi prende parte - nel ruolo di Pilade accanto a Vittorio Gassman - alla fortunata tournée internazionale di Oreste di Vittorio Alfieri. Nel gennaio ’60 ottiene un particolare successo al Teatro della Cometa di Roma nel ruolo di Costantino ne Il gabbiano di Cechov. Sempre negli anni’60 è con lo Stabile di Trieste, poi con quello di Torino: interpreta Lelio ne Il bugiardo di Goldoni, è protagonista di Sicario senza paga e de Il re muore di Ionesco e de Le mani sporche di Sartre.

Nel 1964 forma la sua prima compagnia, debuttando ne Le notti bianche di Dostoevskij con Giulia Lazzarini ed è quindi protagonista de Il seduttore di Diego Fabbri con cui vince il premio per il miglior attore al Festival Internazionale del Teatro di Barcellona. Nel 1967 è chiamato a dirigere il Teatro Stabile di Trieste, dove rimane per cinque anni, interpretando, tra l’altro, Edipo re di Sofocle, Il piccolo Eyolf di Ibsen, Ivanov di Cechov, Nekrassov di Sartre. Debutta come regista nel 1970 con Zio Vanja di Cechov e l’anno seguente è protagonista e regista di Don Giovanni di Molière. Nel 1974, dopo la regia a Tokyo di Lucia di Lammermoor, è alla testa della Cooperativa Teatro Mobile e negli anni ’80 della Compagnia Giulio Bosetti.

Molti i successi per altrettante interpretazioni: Il processo di Kafka-Ripellino, Tartufo, Il malato immaginario, L’avaro di Molière, Sei personaggi in cerca d’autore, Non si sa come, Tutto per bene, Enrico IV di Pirandello, Pigmalione di Shaw, Assassinio nella cattedrale di Eliot, Morte di un commesso viaggiatore di Miller e La coscienza di Zeno di Svevo-Kezich.

Nel 1992 è chiamato a dirigere il nuovo Teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni”, che inaugura la stagione del Bicentenario Goldoniano, il 6 febbraio 1993, alla presenza del Presidente della Repubblica, con Le massere per la regia di De Bosio. Nella stagione 1992/93 dirige Spettri di Ibsen recitando nel ruolo del Pastore. Nell’estate ’93 è Don Marzio ne La bottega del caffè e Pantalone ne Il bugiardo, le commedie goldoniane dirette da De Bosio e allestite in Campo San Trovaso all’aperto. Nella stagione 1993/94 interpreta Pantalone ne La famiglia dell’antiquario per la regia di Marco Sciaccaluga e Zeno Cosini in Zeno e la cura del fumo di Kezich. Nella stagione 1994/95 è protagonista de Il malato immaginario di Molière per la regia di Jacques Lassalle e nella successiva è protagonista e regista di Se no i xe mati no li volemo di Gino Rocca. Nel 1996 dirige Marcello Mastroianni ne Le ultime lune di Furio Bordon.

Dall’ottobre 1997 è direttore artistico del Teatro Carcano di Milano con il quale ha prodotto, diretto ed interpretato Un amore di Dino Buzzati; è quindi Pozzo in Aspettando Godot di Beckett per la regia di Patrice Kerbrat e poi ancora regista e protagonista nella stagione 1999/2000 de Il berretto a sonagli di Pirandello. Nella stagione 2000/2001 interpreta il ruolo di Creonte in Antigone di Sofocle, regista Patrice Kerbrat, e nella successiva è protagonista e regista de Il testamento di monsieur Marcelin (Le nouveau testament) di Sacha Guitry. Nella stagione 2002/2003 è Arnolfo ne La scuola delle mogli di Molière per la regia di Jacques Lassalle, mentre in quella successiva dirige Il bugiardo di Goldoni sostenendo il ruolo di Pantalone. La stagione 2004/2005 lo vede impegnato nella regia di Così è (se vi pare) di Pirandello in cui recita nel ruolo di Laudisi accanto a Marina Bonfigli (la Signora Frola).




















Nella stagione 2005/2006 è ancora Creonte in un allestimento completamente rinnovato di Antigone di Sofocle di cui cura anche la regia. Nella stagione 2007/2008 è protagonista di Sior Todero brontolon, coprodotto con il Teatro Stabile del Veneto in occasione del trecentesimanniversario della nascita di Carlo Goldoni; nella 2008/2009 è regista (e nella seconda parte di stagione anche interprete nel ruolo del Direttore-Capocomico) della nuova produzione di Sei personaggi in cerca d’autore; nella 2009/2010 cura l’allestimento de L’attore dal celebre romanzo di Mario Soldati.

La televisione Ha partecipato a moltissime produzioni di commedie (tra le altre, Il grande viaggio di Sheriff, Non te li puoi portare appresso di Kaufman e Hurt, Mulini a vento di Edoardo Anton, Le tre sorelle di Cechov, I giusti di Camus, Tristi amori di Giacosa, Andromaca di Racine). Tra gli anni ’60 e ’70 è stato protagonista di numerosi romanzi sceneggiati (La pisana da Le confessioni di un ottuagenario di Ippolito Nievo, Luisa Sanfelice, Malombra). Nella Vita di Leonardo da Vinci (1970) diretta da Renato Castellani era il personaggio-guida in abiti moderni. Nel ’72 è protagonista del giallo in due puntate, coprodotto con la televisione tedesca Bavaria, Tradito e venduto di Franz Peter Wirth, mentre nel 1979 era Casanova ne Il ritorno di Casanova di Schnitzler per la regia di Pasquale Festa Campanile.

Il cinema Ha preso parte, tra l’altro, a Morgan il pirata e L’oro dei Cesari diretti da André de Toth, Il Santo con Maximilian Schell, regia di Edward Dmytryk, La città prigioniera con David Niven e Ben Gazzara, regia di Joe Anthony, Venere imperiale con Gina Lollobrigida, regia di Jean Delanoie, Le sette spade del vendicatore, regia di Riccardo Freda, Il terrorista con Gian Maria Volontè regia di Gianfranco De Bosio, Un tentativo sentimentale, regia di Pasquale Festa Campanile, Requiem per un agente segreto con Steward Granger, regia di Sergio Sollima, Rose rosse per Angelica con Jacques Charrier, regia di Steno, Made in Italy con Virna Lisi, regia di Nanni Loy. E’ protagonista di Un amico di Ernesto Guida, Leone d’Argento al Festival di Venezia nel 1968, e, nel 1988, sempre per la regia di Guida, de Il segreto dell’uomo solitario con Mimsy Farmer, dal romanzo omonimo di Grazia Deledda. Nel ’99 partecipa al film di produzione francese Nag la bombe, regia di Jean-Luis Milesi. Nel 2002 prende parte a Il cuore altrove diretto da Pupi Avati, premio David di Donatello per la miglior regia e unico film italiano presente al Festival di Cannes 2003. Nel 2003 è nel cast di Buongiorno, notte di Marco Bellocchio. Nel 2008 sostiene il ruolo di Eugenio Scalfari in Il divo di Paolo Sorrentino.

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