Augusto Sciacca, personale a Seregno

Dopo l’importante mostra al Museo della Permanente di Milano, che s’intitolava «Innocenza e Pieta» del maggio 2006, Augusto Sciacca, pittore messinese che da più di trent’anni abita e lavora a Bergamo, propone ora «Il cuore del cosmo». La mostra è a Seregno, nel Milanese, alla Galleria Civica «Ezio Mariani» dal 10 al 25 marzo. Si tratta di una trentina di opere, fra olii, acquerelli e tempere, di estrema intensità che ripercorrono un decennio di ricerca pittorica di Sciacca, dal 1997 al 2006.

Cielo, terra, acqua, fuoco e vento. Sono gli elementi che ricorrono nelle tele di Augusto Sciacca e che indicano una particolare attenzione in chiave filosofica all’origine e alla formazione del mondo, interpretato in chiave mitologica.
La rassegna - curata da Franco Cajani, autore dell’introduzione al catalogo - è un’ottima occasione per comprendere più a fondo l’iter pittorico e la rigorosa coerenza intellettuale di Sciacca, ma anche per riflettere attentamente sul suo «fare pittorico» che, come scrive il curatore «indaga sulla formazione dell’universo riprendendo il ciclo dei suoi progetti siderali, delle mappe degli universi, delle cosmogonie applicate al vissuto personale. Gli spazi celesti trovano ampia interpretazione attraverso la "metafora dell’arte" da lui stesso attuata».
Augusto Sciacca (Messina, 1945) si è formato negli anni Settanta, per giungere ben presto a una sua personale concezione espressiva, connotata da una forte e intensa sperimentazione. Degli anni Settanta sono i progetti estetici (alcuni con l’impiego del laser), le mappe e i graffiti su juta di sacco stampigliato; seguono i flani, i sestupli e le mappe su politene, che riscuotono l’interesse della critica più attenta e prestigiosa. Negli anni Ottanta Giulio Carlo Argan lo segnala più volte e in seguito lo inserirà nella sua nota Storia dell’Arte Moderna. Quindi la stagione dei progetti siderali, delle isole e mappe degli universi, per approdare alla fine degli anni Novanta a una pittura dai ritmi larghi e dalle composizioni di respiro vasto e solenne, come nelle Cosmogonie, dove affronta e approfondisce ancora una volta le sue tematiche predilette, quelle del tempo e dello spazio, tema evidenziato anche nei libri d’artista, quali il ciclo «Cronogenesi» (1990-1995), «Il Sole di Ulisse» (1995), «Il tempo o il vento» (1996) e, fra quelli recenti, nell’opera «La piega – Omaggio a Deleuze» (2005). In questi ultimi anni Sciacca ha concentrato la sua attenzione sul tema della violenza, già peraltro indagato sin dagli anni Settanta, per affrontarlo in maniera ampia e organica in una serie di opere ricche di rimandi e di correlazioni.
La mostra resterà aperta fino al 25 marzo nei seguenti orari: feriali dalle 16.30 alle 19, festivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19. Ingresso libero.
Informazioni: Servizio Cultura (telefono 0362/263.311 - email: [email protected]).

(04/03/2007)

© RIPRODUZIONE RISERVATA