Il pittore ucraino Vitaly Shtanko espone in questi giorni una sua personale presso la New Artemisia Gallery. Una rassegna, la sua, che gli è concessa in quanto egli lo scorso anno è riuscito vincitore del 1° Premio «Trofeo G.B. Moroni 2006» organizzato dalla stessa Galleria sul tema: «Sogno e realtà».
Vitaly Shtanko, che è nato il 25 dicembre 1979 a Drogobich (Ucraina) e che ha avuto come primo maestro il padre Serhey, si è diplomato nel 1994 all’Accademia di Belle Arti di Jaroslavi in Russia frequentando contemporaneamente per quattro anni il liceo artistico e iscrivendosi in seguito all’Istituto d’arte dell’Ucraina, senza però interrompere le «lezioni» del padre sulla tecnica delle icone. Nel 2000 egli viene in Italia e si stabilisce a Firenze, dove prende a frequentare la scuola privata specialistica «The Florence Academy of Art». Numerosi i premi da lui ottenuti in importanti concorsi d’arte a carattere nazionale e pure numerose le sue personali in varie Gallerie d’arte italiane.
Duplice è la tematica seguita da Vitaly Shtanko e da lui interpretata: quella profana con ritratti, figure e nature morte, e quella sacra con le icone. Sia nell’una come nell’altra espressione pittorica Vitaly, nonostante la sua giovane età (non ha ancora trent’anni), rivela una padronanza della tecnica e una capacità interpretativa per davvero sorprendenti. In lui è già una esperienza che diremmo essere dominio di un pittore di ormai lunga professione nel campo delle arti visive.
Legato fino ad oggi ad uno stilema figurativo classico, Vitaly Shtanko è da considerarsi un ritrattista di singolare valore. I personaggi da lui portati sulla tela colpiscono l’osservatore per la loro perfezione nel disegno; la purezza del colore e l’uso appropriato del cromatismo; la forza espressiva delle figure le quali «colpiscono» per lo sguardo penetrante che non sta a fissare il vuoto, ma bensì colui che sta a contemplarla dall’esterno; i sentimenti intimistici che si sprigionano dal volto e che diventano coinvolgenti. Una realtà che non dubitiamo essere rappresentata con magistrale interpretazione. Se poi ci è permesso un appunto, vorremmo rivolgerlo ai soggetti che rappresentano le nature morte dove Vitaly sembra rivelare una certa ritrosia d’impatto, che sfocia in realtà che l’artista sa certamente di dover approfondire. Analogo discorso a quello dei ritratti lo dobbiamo in un certo senso ripetere per le tematiche di soggetti sacri. Imponente la figura del «Risorto», un dipinto che, attraverso lo splendore della luce, sprigiona il significato e la presenza di una gloria soprannaturale. E molto rispettose delle finalità dell’arte sacra sono le icone, per mezzo delle quali Vitaly Shtanko non solo dà a vedere di aver acquisito questa difficile arte, bensì di aver assimilato interiormente il significato dell’immagine mistica, orientata espressamente alla devozionalità. Un traguardo, questo, che Vitaly Shtanko raggiunge con più che lodevoli risultati.
Durata della mostra: fino al 17 marzo.
Orari: tutti i giorni, escluso la domenica e il lunedì mattina, dalle 9,30 alle 12,30, e dalle 16 alle 19.
New Artemisia Gallery, via Moroni, 124 - BergamoLino Lazzari
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