L′atelier dei miracoli

di Sabrina Penteriani

Tre persone in crisi alle quali la vita, inaspettatamente, offre una seconda possibilità.Ci sono libri che sembrano fatti apposta per regalare speranza. «L’atelier dei miracoli» di Valerie Tong Cuong è uno di questi. Dotato di una grazia delicata, così come l’autrice.

Ci sono libri che sembrano fatti apposta per regalare speranza. «L’atelier dei miracoli» di Valerie Tong Cuong (Salani) è uno di questi. Dotato di una grazia delicata, così come l’autrice, nata in una banlieue parigina e arrivata alla scrittura dopo otto anni di professione nell’ambito della comunicazione. Ha avuto un’adolescenza caotica, ha studiato letteratura e scienze politiche, ora ha lasciato tutto per dedicarsi alle sue più grandi passioni: la scrittura e la musica (canta in una band, i Quark). È sposata, ha tre figli, e i suoi romanzi sono stati tradotti in 16 lingue. «L’atelier dei miracoli» racconta la storia di tre persone in crisi alle quali la vita, inaspettatamente, offre una seconda possibilità.

Che cos’è per lei la felicità?, chiediamo all’autrice. «È difficile per me dare una definizione compiuta della felicità. Posso dire che sono piena di gratitudine nei confronti della vita e per il fatto di poter vivere così. È un approccio verso la realtà che coltivo ogni giorno, cercando di andare sempre di più in profondità e di acquistare una maggiore consapevolezza di quello che succede e di ciò che la vita può portare con sé. Nessuno è al riparo da eventi violenti e dispiaceri, però se mantengo vivo questo atteggiamento di apertura e di gratitudine, allora qualunque cosa accada posso sempre trovare il modo di andare avanti, e ottenere una lezione dalle prove, e arrivare a un livello più profondo di comprensione di me stessa, della vita, di ciò che mi sta intorno».

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