Il gol di Castagne al 95° rovina i piani di chi oggi si sarebbe rifugiato nei luoghi comuni che dalla notte di Zagabria si sprecano a tonnellate. Se l’Atalanta avesse perso la partita contro la Fiorentina di Montella, avreste letto di «scorie di Zagabria», di «musichette che fanno tremare le gambe» non ancora dimenticate, o di «insondabili segreti da Champions League». In realtà quelle sono le coperte calde dove si rifugiano i perdenti (squadra e allenatore le hanno sempre rifiutate) o chi non ha capito cosa è successo realmente a Zagabria. A determinare la rimonta contro i viola sono stati i cambi (determinanti) di Ilicic e Gomez al posto di Muriel e Masiello.
L’Atalanta che faceva possesso sbattendo contro il muro viola, ricomincia a giocare a ritrovarsi. Certo non è stata brillante per 60 minuti buoni, e anche Ilicic e Gomez ci hanno messo diversi minuti per trovare ragione di quel muro, ma serviva gente che puntasse l’avversario che riuscisse a ragionare anche se pressato, che vedesse linee di passaggio in area e fosse in grado di farvi filtrare il pallone (qua ci riferiamo espressamente allo sloveno).
In questo modo l’Atalanta ha trovato il pareggio contro una Fiorentina in vantaggio per due reti e che aveva iniziato la gara molto bassa, ma che poi con il trascorrere dei minuti e grazie all’intelligenza tattica di Ribery e Chiesa (che si sono abbassati per ricevere gli scarichi della propria difesa e consentito alle proprie linee di alzarsi), ha guadagnato campo e colpito l’Atalanta.
Il primo gol della Fiorentina è però frutto di una respinta fuori area sugli sviluppi di un calcio d’angolo, raccolta da Chiesa che tira dal limite (xG 0,02) e grazie a una sfortunata deviazione di Palomino batte Gollini. Nell’occasione il giocatore viola è in grado di calciare quasi indisturbato perché sulla respinta della difesa, Castagne (messo li per raccogliere le respinte) arriva in ritardo.
Più o meno con la stessa dinamica sarà proprio Castagne a pareggiare al 95° minuto. Il calcio d’angolo battuto dalla sinistra dell’attacco dell’Atalanta. Gomez calcia con traiettoria a rientrare e l’intera linea difensiva viola «collassa» verso la propria porta sotto la spinta di quasi tutta l’Atalanta ( anche Gollini è in area a saltare). La respinta vede Castagne (senza che la fiorentina avesse predisposto giocatori a intercettare le respinte) colpire di collo esterno destro e battere Dragowsky (xG 0,06) con una traiettoria imprendibile che si infila tra una marea di giocatori.
In mezzo ai due gol c’è una sfida fatta di una serie di duelli: Pezzella-Zapata, con il viola capace di contenere lo strapotere fisico del colombiano. L’argentino regge le spallate e gli «appoggi» di Duvan, difficilmente si fa sbilanciare ed è preciso ad anticipare (7 duelli vinti). Muriel incrocia Milenkovic, e alla lunga (anche grazie a 4 falli) il croato vince la sua battaglia personale con l’altro colombiano.
Che duelli sulle fasce
Dalbert-Castagne è un duello che si combatte lungo tutta la fascia destra dell’Atalanta. Il belga era reduce dall’infortunio ma si è ritrovato con il trascorrere dei minuti ed è riuscito ad emergere nel personale duello con il francese. 45 passaggi per Timothy (91.1% di precisione anche se nell’arrembaggio del finale di gara ha sbagliato qualche passaggio), 7 cross (3 completati) e 2 passaggi chiave. Il francese della Fiorentina (ma di proprietà dell’Inter) è stato limitato a 23 passaggi (69,6% di precisione) e 2 cross.
Sull’altra fascia il duello è tra Gosens e Lirola. Anche su questo lato il tedesco alla lunga ha avuto la meglio. Per Robin 29 passaggi (89,7% di precisione) 4 cross (2 completati), mentre Lirola è stato limitato a soli 19 passaggi (63,2% di completati) 3 cross e 1 completato.
Malinovskyi batte Badelj
Anche in mezzo al campo si sono visti una serie di duelli, il più interessante dei quali opponeva l’ucraino Malinovskyi al croato Badelj, entrambi con il compito di soffocare l’altro in fase di costruzione/sviluppo della manovra. Buona la prestazione del nerazzurro che con 52 passaggi e 80,8% di precisione vince il duello in fase di possesso e limita il viola a soli 29 passaggi ed il 65,5% di precisione in fase di non possesso.
I duelli sono nati dagli schieramenti contrapposti di Atalanta e Fiorentina. I nerazzurri pur rinunciando in partenza ai due fuoriclasse si sono schierati con il solito 3-4-1-2, mentre i viola di Montella erano disposti con un 3-5-2 che diventava un 5-3-2 molto basso e «corto» (nel secondo tempo raccolto in 23 metri di larghezza media ed una distanza di 23 metri tra la linea di difesa ed i due attaccanti).
Il baricentro dei viola ha perso metri con il trascorrere dei minuti, passando dai 52 metri del primo tempo ai 46 di medio del secondo tempo, frutto di una Fiorentina che ha trascorso gli ultimi 15 minuti rintanata dentro la sua area di rigore ad esclusione di qualche sporadica ripartenza che scaturiva dai lunghi lanci della difesa e che vedeva in Boateng e Vlaovic (subentrati a Chiesa e ad un ottimo Ribery, vero uomo d’ordine dei viola ed autore del secondo gol realizzato in contropiede) i riferimenti in avanti.
Per l’Atalanta un primo tempo fatto di un possesso palla insistito (dato in crescita rispetto alle ultime partite e attestatosi a fine gara al 60%), ma sterile. Una catena di passaggi con il solito sviluppo laterale che finiva per inaridirsi (a livello di occasioni create) sulla trequarti, dove la manovra diventava orizzontale senza che si riuscisse a far filtrare qualche pallone in area di rigore.
Le occasioni lungo i 90’
Nel primo tempo 10 conclusioni per i nerazzurri ma costituiti principalmente da tiri a bassa probabilità di realizzazione (intuibile dal movimento della linea azzurra nel grafico riportato sopra), ad esclusione del tiro di Zapata xG 0,24 dal limite dell’area di rigore scoccato subito dopo essere passati in svantaggio al 24° minuto, ed il sinistro di Muriel su assist di Malinovskyi al 35° minuto.
I cambi decisivi
Gasperini nella ripresa corre ai ripari. Entrano Gomez e ilicic (escono come ricordato sopra Masiello e Muriel). La difesa dell’Atalanta resta però a 3 con de Roon che si abbassa ricoprendo il ruolo di terzo di difesa in fase di non possesso e si alza in mediana quando l’Atalanta è padrona del pallone. La Fiorentina si abbassa ulteriormente, ma prima che il piano tattico del tecnico di Grugliasco prenda forma, la viola raddoppia in contropiede. Il doppio vantaggio «abbassa» ulteriormente la Fiorentina. Ilicic (3 dribbling) e Gomez (4 dribbling) in 41 minuti di utilizzo, «puntano» gli avversari di riferimento e riescono a dare maggior precisone ai passaggi all’interno dell’area di rigore. I loro dribbling aprono varchi nel muro viola e diventano preziosi per entrare nel cuore dell’area avversaria, fino a quel momento inaccessibile. Nello scampolo di partita giocata effettuano il 43% dei dribbling totali (16) dei nerazzurri. A questo dato, i due aggiungono una precisione nel passaggio una volta saltato l’avversario molto alta considerato che hanno giocato prevalentemente nella trequarti avversaria: 86,4% per Gomez (22 passaggi) e 90,9% per Ilicic (22 passaggi).
Il loro apporto nei mezzi spazi (half-space) rende preziose anche le sovrapposizioni degli esterni (Gosens e Castagne) e la manovra (seppur complicata dalla densità viola) ha più velocità e ampiezza. Si raggiunge maggiormente il fondo ed aumentano i cross (saranno 29 in totale).
Le occasioni
La mappa degli xG fornisce la fotografia di una partita equilibrata per il valore delle occasioni create. Ad un maggior controllo del gioco da parte dell’Atalanta, non è corrisposta una maggior pericolosità. La distribuzione dei tiri ha visto prevalere le conclusioni da fuori (10 sulle 19 totali) come mostrato dalla grafica sotto
La distribuzione degli attacchi (immagine sotto ), ha visto le due fasce utilizzate in modo equilibrato dall’Atalanta, mentre la Fiorentina ha invece privilegiato la fascia destra dove agiva la coppia Dalbert - Ribery.
I passaggi dell’Atalanta nei 90 minuti sono risaliti oltre le medie della passata stagione. In totale saranno 590 con un indice di precisione prossimo all’84%. Un dato su tutti ci fornisce l’idea di occupazione della metà campo avversaria da parte dei nerazzurri : L’Atalanta ha esercitato più del 60% del proprio possesso palla in quella zona di campo.
Fatica ancora in questo inizio di stagione la squadra di Gaseprini e le rotazioni hanno smorzato la pericolosità dell’attacco. La difesa ha subito ancora un gol sugli sviluppi di un calcio da fermo, ed uno nato dalla ricerca dell’anticipo sulla ripartenza degli avversari con le linee protese in avanti. In entrambe le situazioni c’è qualcosa che si può migliorare, ma se riguardate le partenze degli ultimi tre anni, la squadra è sulla linea di rendimento delle passate stagioni, che non l’ha mai vista brillante nel mese di settembre. Nessun panico da musichetta o gambe che tremano dunque, ma solo una questiona di forma, ed in questa stagione anche un bel numero di partite importanti ravvicinate che potranno creare qualche difficoltà in più a livello di lucidità e intensità, soprattutto in questa fase.