Ecco il «calcio antico» dell’Udinese: difesa, poco possesso, lanci lunghi. Servirà pazienza

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Dopo le prime otto giornate di campionato, l’Udinese veleggia a metà classifica (11ª posizione) forte dei 10 punti conquistati (3 vittorie, 1 pareggio e 4 sconfitte), nel modo più «speculativo» in assoluto in Serie A. L’Udinese è la difesa meno battuta (6 reti subite sino ad ora) e l’attacco meno prolifico del campionato assieme alla Sampdoria (4 le reti fin qui realizzate). Una squadra che a giudicare da questi primi dati, non è certamente «spettacolare» nel modo di interpretare le gare. Scopriamola.

L’Udinese è gestita dalla famiglia Pozzo, e sembra aver lasciato alle spalle i suoi anni migliori, quelli in cui, un’organizzatissima rete di scout era in grado di portare in Friuli ottimi giocatori, provenienti soprattutto dal Sudamerica (l’interista Sanchez ad esempio), con i quali realizzava ricche plusvalenze e si «rigenerava» sul mercato. Ora la proprietà è portata ad investire maggiormente nel Watford (altro club di proprietà della famiglia Pozzo ), nel sicuramente più ricco calcio d’oltremanica.

Il suo tecnico, il croato Igor Tudor è alla seconda esperienza sulla panchina friulana e cerca di gestire al meglio una rosa che non spicca per qualità assoluta. L’Udinese possiede alcuni buoni elementi ( su tutti il titolare della nazionale Argentina, Rodrigo de Paul), e altri che compensano con un’ottima struttura fisica qualche lacuna tecnica.

 

Tudor ha costruito la sua Udinese sul 3-5-2 (modulo maggiormente utilizzato) basandosi su una solida fase di non possesso, fatta di baricentro basso e linee strette.

La linea difensiva è solitamente basata sul terzetto formato da Samir, Troost-Ekong e De Maio con le alternative Opoku e Rodrigo Becao. Un pacchetto arretrato che non brilla particolarmente per qualità in fase di costruzione bassa (ad eccezione di Rodrigo Becao) e non e’ molto abile a saltare la prima pressione avversaria, ma che si fa valere dal punto di vista fisico.

Quasi lo stesso discorso vale per la linea mediana, dove spicca il talento di De Paul (giocatore a cui è affidato maggiormente lo sviluppo dell’azione) affiancato solitamente da Jajalo (ex Crotone e premiato come miglior regista della Serie B lo scorso anno) e Mandragora. Le corsie esterne sono occupati a destra da Stryger Larsen (stabilmente) e a sinistra con maggior alternanza da Sema o Pussetto.

Con questa struttura l’Udinese ha comunque faticato a risalire il campo e a mantenere il controllo della palla. Nelle prime otto giornate di campionato il possesso palla dei friulani è stato tra i più bassi della Serie A con il 45,3% fatto di circa 440 passaggi tentati ed un indice di precisione prossimo all’83%. La difficoltà a risalire il campo in manovra si evince anche dal dato che riguarda i lanci lunghi. I friulani sono una delle formazioni di Serie A che lo utilizza più frequentemente. Lo fa circa 42 volte a partita (l’Atalanta lo utilizza circa 32 volte a partita) con un indice di precisione del 58%.

Una squadra dunque dal baricentro basso, che solitamente non pressa la prima costruzione avversaria (PPDA 14,78 di media a partita e penultima in serie A). I bianconeri sono tra le prime posizioni (5ª in Serie A) per duelli difensivi ingaggiati (67,41 a partita) e ne vincono il 62,5%.

 

La fase offensiva dei friulani è il tallone d’Achille della squadra di Tudor. Solo 7,53 xG prodotti (penultima in Serie A) e peggior attacco della Serie A con sole 4 reti segnate.

La fase offensiva è solitamente affidata ad Okaka (giocatore con il rendimento offensivo più elevato nell’arco dei 90 minuti pari a 0,55 xG) e Lasagna (con Fofana come prima alternativa). Le scarse doti in fase di finalizzazione di Lasagna finiscono (nel grafico ternario riprodotto sotto) per evidenziare maggiormente le sue doti in fase di non possesso rispetto ai colleghi pari ruolo nei pressi dell’area avversaria (da notare la posizione nel grafico di Lasagna, orientato verso il vertice di destra del triangolo che evidenzia in questo modo migliori performance statistiche difensive rispetto agli altri attaccanti delle prime cinque leghe in Europa).

 

Nella sua fase offensiva dell’Udinese ha prodotto 104 tiri in totale (80 su azione, 16 dagli sviluppi di calcio d’angolo, 4 da punizione diretta e 4 dagli sviluppi di calci di punizione).

La distribuzione offensiva dei tiri dell’Udinese rispecchia la difficoltà della squadra friulana di raggiungere e di rendersi pericolosa sulla trequarti avversaria. 50 tiri sono stati effettuati da fuori area, 51 da dentro l’area e solo 3 nei pressi dell’area piccola avversaria. In sostanza circa la metà delle conclusioni dei friulani ( tiri presi da fuori area) hanno prodotto solo 1,34 xG totali, ovvero solo 0,03 xG per tiro.

I bianconeri friulani se giudicati solo dal punto di vista tecnico, non costituiscono un grosso ostacolo per la squadra di Gasperini, ma se si apre il compasso mentale e si giudica l’Udinese anche per le sue capacità in fase di non possesso, la squadra di Tudor può presentare più di un problema, essendo una squadra che concede molto poco nella propria trequarti difensiva.

Mantenere il terzo posto in classifica è un passaggio fondamentale (e l’ennesima prova di maturità) per i ragazzi di Gasperini in vista della complicata sfida del San Paolo di mercoledì prossimo. Il processo di crescita dell’Atalanta passa anche (e soprattutto) attraverso queste sfide, abbordabili sulla carta, ma complesse da gestire dal punto di vista mentale e fisico dopo una gara complessa come quella di Manchester.

fonti dati wyscout e medium.com/calcio-datato