Nella fredda notte di Bergamo, Atalanta e Cagliari hanno dato vita alla gara valida per gli ottavi di finale di Coppa Italia. Entrambi gli allenatori volevano accedere ai quarti di finale della competizione, ma a causa di un calendario particolarmente compresso, hanno utilizzato diversi giocatori che solitamente non rientrano nel undici di partenza. Dopo 90 minuti, si è qualificata l’Atalanta di Gian Piero Gasperini, che ha battuto i rossoblù isolani, con il largo punteggio di 3-1. Nell’immagine sotto, potete vedere le scelte dei due tecnici per l’undici di partenza.
Per l’Atalanta, le novità di formazione erano rappresentate da Sutalo, Maehle e Miranchuk, tutti e tre in campo dall’inizio. Per il Cagliari di Eusebio Di Francesco, la novità era rappresentata dal ritorno al modulo 4-3-3, con il tecnico che ha concesso ampio spazio alle seconde linee.
Primo tempo
Nei primi minuti di gara il Cagliari ha faticato a costruire l’azione dal basso, con i nerazzurri che hanno pressato con intensità la formazione di Di Francesco. Al contrario, il possesso dell’Atalanta è stato abbastanza fluido, con il 92% di precisione nei passaggi, ed un netto predominio territoriale (65%), che è sfociato nell’occupazione costante della metà capo dei rossoblu. L’Atalanta si è dovuta scontrare per tutta la prima frazione di gioco (ma anche per buona parte della ripresa) con la difesa posizionale del Cagliari, che in fase di non possesso si è schierato con un 4-5-1.
Le linee dei rossoblù si sono mantenute molto strette, ma Muriel e Malinovskyi hanno cercato di proporsi negli spazi (pochi) che lo schieramento del Cagliari concedeva. Al ventesimo minuto del primo tempo, il predominio dell’Atalanta era già netto. I nerazzurri avevano tirato per 6 volte verso lo specchio della porta del Cagliari, mentre gli isolani nello stesso lasso di tempo non sono mai (o quasi) riusciti a varcare la metà campo. Le ripartenze per gli uomini di Di Francesco sono state complicate, con ricezioni da parte di Sottil e Pavoletti sempre spalle alla porta. Il centravanti rossoblù ha faticato a difendere i palloni alti che gli sono arrivati, anche per via della solita granitica prestazione di Romero (5 duelli aerei vinti su 7).
Alla mezz’ora il possesso palla a favore degli uomini di Gasperini era addirittura incrementato rispetto alla prima rilevazione, e si attestava al 71%, con almeno tre grosse occasioni da rete create e puntualmente sprecate. Nel primo tempo il russo Miranchuk ha agito prevalentemente sul centro, con Muriel che invece si è mosso sul centrosinistra, illuminando con la sua tecnica le giocate nello stretto e con la sua rapidità, ha creato più di un problema a Walukewiecz e Ceppitelli.
Il Cagliari ha avuto un buon break attorno alla mezz’ora. Per una manciata di minuti la squadra rossoblu è riuscita ad abbassare le linee dell’Atalanta, a seguito di una ritrovata precisione nella gestione dei possessi. Al minuto 42 però, la difesa cagliaritana è capitolata. L’azione è nata dal lato sinistro del campo, Dijmsiti ha tagliato verso il centro e servito Muriel, che è penetrato in area ed ha rimesso la palla all’indietro verso Miranchuk. La conclusione del russo aveva un valore approssimativo (non c’era copertura per la partita di Coppa Italia, e ci siamo affidati quindi allo storico) in xG di circa 0.45.
Proprio da quel lato del campo l’Atalanta si è resa più pericolosa, Zappa e Sottil hanno sofferto le incursioni di Gosens e gli inserimenti tra le maglie della linea difensiva di Muriel, bravo a giocare tra Zappa e Walukewiecz, dilatando le distanze tra quest’ultimo e Ceppitelli.
Come mostrato dalle statistiche sopra, l’Atalanta pur giocando contro una squadra che si è difesa bassa ed in modo posizionale, è riuscita a tirare da dentro l’area di rigore avversaria per ben 12 volte, e ad effettuare complessivamente 17 tiri verso la porta di Vicario (la stessa media che l’Atalanta ha in 90 minuti di gara in campionato).
Secondo tempo
All’inizio del secondo tempo Gasperini ha effettuato un cambio. Ha inserito Martin de Roon al posto di Pessina, leggermente claudicante. I primi 7 minuti del secondo tempo, sono stati giocati con la stessa intensità con cui era finito il primo tempo. In questo breve lasso temporale, l’Atalanta ha tirato in porta per quattro volte, ed ha creato una grossa occasione con Gosens (assist di Miranchuk), parta dall’ottimo Vicario.
È stato però il Cagliari a pareggiare all’ottavo minuto del secondo tempo, con il primo tiro effettuato verso la porta difesa da Sportiello. Nell’occasione Sutalo si è fatto sfuggire Sottil, che è penetrato in aria ed ha battuto di destro, da posizione molto defilata (xG inferiore a 0.10). Tra i minuti 62 e 64 però l’Atalanta non solo si è portata in vantaggio, ma ha addirittura triplicato, divenendo improvvisamente concreta sottoporta, prima con il solito Muriel, poi con Sutalo sugli sviluppi di un angolo, che si è fatto in parte perdonare da Gasperini.
Per Di Francesco la gara non era però chiusa ed al minuto 67 ha schierato due punte, inserendo Joao Pedro ed il gigante Cerri al posto di Caligara e Pavoletti. Due minuti dopo, Gasperini ha tolto dal campo Miranchuk e Gosens, inserendo Hateboer ed Ilicic, con il danese Maehle dirottato a sinistra, cominciando in questo modo a levare dal campo i protagonisti di serata per concedergli qualche minuto di riposo.
Al minuto 75 Gasperini ha deciso di inserire De Paoli, riproponendolo in mediana al posto del capitano Freuler, concedendo anche allo svizzero di rifiatare e all’italiano di mettersi in mostra in una posizione per lui inusuale.
Come nel primo tempo, il Cagliari ha avuto un buon finale di gara, con l’Atalanta che ha arretrato di parecchi metri il proprio baricentro. I nerazzurri hanno faticato in più di un’occasione a ritrovare le giuste geometrie, ed in più di una situazione si sono fatti ingolosire dagli spazi che il Cagliari ha offerto, cercando la rapida verticalizzazione, preferendo così la forzatura, ad un gioco meno verticale ma più ordinato.
Conclusioni
L’Atalanta ha centrato l’obiettivo quarti di finale, senza ricorrere ai supplementari e giocando una gara con più che buona dal punto di vista dell’intensità e buona tecnica. Si sono potuti apprezzare Miranchuk (69 minuti) e Maehle (93 minuti), impiegati per gran parte della gara.
In progressione la prova del russo, forse ancora non del tutto a suo agio con l’intensità che Gasperini pretende dai suoi giocatori. Sicuramente l’averlo avvicinato al centro dell’area di rigore lo ha aiutato a far emergere le sue doti tecniche. Per Aleksey 28 passaggi corretti su 30 (93% di precisione), con 2 passaggi chiave, 1 gol, ed 1 grossa occasione creata.
Il danese Maehle ha dato vita ad una prestazione di qualità e quantità, così come è richiesto agli esterni di Gasperini. Joakim è stato coinvolto in 71 azioni, ed ha distribuito la palla in 41 occasioni, completando 39 passaggi ( 95% ). Ha raggiunto il fondo e crossato in 5 occasioni ed è riuscito a fornire un passaggio chiave. Maehle è ancora un po’ timido, quando si tratta di attaccare l’area di rigore, ma con il tempo, e le lezioni del tecnico di Grugliasco, migliorerà sicuramente anche sotto questo aspetto.