Nel dopopartita di domenica sera a Ferrara mister Gasperini ha regalato due concetti intriganti. Primo: in difesa se giochiamo con la superiorità numerica siamo più in difficoltà di quando cerchiamo l’uno contro uno. Secondo (e di conseguenza…): un assetto attendista non è nella nostra indole, l’atteggiamento di questa squadra dev’essere sempre propositivo.
Bene, partendo da qui (e visti i fatti di Ferrara) non è difficile fare una previsione. Anche questa stagione per l’Atalanta sarà colma di gol. Sia segnati che subiti. Perché il miglior attacco dell’ultima serie A (77 gol) è stato migliorato inserendo Muriel e Malinovskyi, e in difesa (al contrario) perso Mancini servirà tempo per avere il miglior Skrtel. Ma, soprattutto, ad avviare l’Atalanta sempre più decisamente su questa strada – vinco segnando un gol più dei rivali, non subendone uno di meno – c’è la scelta di far gioco a tutti i costi. Sempre un passo avanti, mai indietro.
Di conseguenza in difesa corri qualche rischio in più: vai sempre all’uno contro uno. La superiorità numerica e le coperture conseguenti non sono di questa Atalanta. La scelta farà inorridire i cultori della linea a 4 e della difesa perfetta nei movimenti di reparto (ricordate Del Neri?). Ma quest’Atalanta sa tenere un suo equilibrio pur facendo sempre un passo avanti. Visti il gioco e i risultati va bene così. Segneremo tanto, subiremo tanto.
Poi un aggiustamento alle pagelle di ieri e le scuse a Djimsiti, doverose dopo la svista collettiva della tribuna sul 2-0 della Spal. Di fronte a Igor, il brasiliano protagonista di mille finte prima del cross diventato l’assist, c’era Hateboer, non Djimsiti. Quindi nell’ecosistema delle pagelle di giornata mezzo voto in più a Djimsiti (da 5,5 a 6) e mezzo in meno ad Hateboer (da 7 a 6,5).
Infine una riflessione sul Var. Alla Fiorentina (e all’arbitro Valeri di Roma) sabato è successo, al contrario, quando accaduto in Fiorentina-Atalanta 2-0 della stagione scorsa. C’è una simulazione dell’attaccante (là Chiesa, qui Mertens), l’arbitro vede male, l’arbitro al Var non manda il collega a vedere le immagini. Un anno fa Doveri non aveva chiamato Valeri al monitor, sabato Valeri non ha mandato Massa al monitor. Stesso errore, col rammarico di non capire: ma perché l’arbitro Var non manda il collega alle immagini? La tecnologia c’è e va usata. Non farlo per retaggi di un potere che non c’è più è autolesionismo. Ancora: prepariamoci, perché da quest’anno ci sarà un altro problema. La discrezionalità sulle posizioni delle braccia larghe. Perché quando sono più alte delle spalle è sempre rigore, ma se sotto come si giudicherà il braccio più o meno largo? Troppa discrezionalità. E capiterà anche a noi…