Oggi Samp e Atalanta, a Genova, si affronteranno a maglie... invertite. Di solito a Marassi – è una scelta obbligata, facilita il lavoro degli arbitri – la Samp indossa la maglia blucerchiata con pantaloncini e calzettoni bianchi e l’Atalanta la maglia bianca con pantaloncini e calzettoni neri.
Oggi tutto capovolto: sarà la Samp a giocare in maglia bianca (con una banda orizzontale rossonera) con pantaloncini e calzettoni neri. Di conseguenza l’Atalanta sarà in campo con la sua prima maglia, quella nerazzurra, ma con pantaloncini e calzettoni bianchi.
Questo perché la Samp oggi celebra i 120 anni dalla nascita della sezione calcio (1899) della Sampierdarenese (colori bianco, rosso e nero), il club di Sampierdarena (prima Comune autonomo, ora quartiere di Genova) dalla cui fusione con l’Andrea Doria (bianco e blu) nel 1946 è nata la Samp-Doria, cioè la Sampdoria. E dell’attuale maglia blucerchiata (blu con la banda trasversale bianca, rosso e nera) i tifosi liguri fanno un motivo d’orgoglio: collezionisti e appassionati l’hanno già giudicata diverse volte «la più bella del mondo».
Giusto, considerando da dove viene la Sampdoria. Perché la Sampierdarenese (1899) e l’Andrea Doria (1895) si sono fuse una prima volta nel 1927 fondando la Dominante, che poi nel 1930 è diventata Liguria, nel 1932 è tornata a chiamarsi Sampierdarenese, nel 1937 di nuovo Liguria. Nel 1945, alla rinascita del calcio dopo la Seconda guerra mondiale, riecco i due club, Sampierdarenese e Andrea Doria, che un anno dopo (1946) come già ricordato si sono fuse dando vita alla Sampdoria. Quindi: Sampierdarenese, Andrea Doria, Dominante, Liguria, Sampdoria. Cinque nomi e sei passaggi (tra fusioni e cambi di nome) per una maglia assolutamente unica, di quattro colori: blu, bianco, rosso e nero. Bella storia, rispettiamola.
Anche perché il calcio italiano ha storie simili e non dobbiamo mai scordare che anche l’Atalanta è passata da lì. Agli albori c’erano l’Atalanta (1907, colori bianco e nero) e la Bergamasca (1878, bianco e azzurro), il 5 ottobre 1919 la Federcalcio le ha obbligate a giocare (in campo neutro a Brescia...) uno spareggio per l’ammissione ai campionati nazionali perché c’era solo un posto per le squadre bergamasche. L’ha vinto 2-0 l’Atalanta e cinque mesi dopo – nella notte di Pasqua del 1920, era il primo aprile – ecco la fusione: Atalanta e Bergamasca si sono unite, l’Atalanta Bergamasca calcio oggi è così nel nome ma è solo l’Atalanta per tutti. E quella notte la fusione ha eliminato il bianco, cioè il colore comune, e ha lasciato il nero e l’azzurro. E così è nata l’Atalanta nerazzurra di oggi.
L’Atalanta che ci sta facendo sognare.