Erano 35 anni fa, come oggi. Mattina di sole e grande caldo, stadio Comunale. Arriva lui, lo straniero di lusso preso dall’Atalanta per rendersi forte nel ritorno in serie A. Chi c’era ricorda un ragazzo alto e magro, tutto capelli e muscoli, timido, anche se già consapevole della sua forza, con una camicia parecchio discutibile. Perché Glenn Stromberg nel 1984 aveva da poco superato i 24 anni, ma aveva già vinto una Coppa Uefa con il Goteborg, e aveva già giocato nel Benfica di un certo Sven-Goran Eriksson.
Ma il calcio italiano in quel periodo era il migliore del mondo. Tutti i campioni arrivavano qui. C’era Platini, arrivavano in rapida successione Maradona, Zico, Falcao, Socrates, solo per citarne alcuni. Il Mondiale vinto era ancora fresco. Soldi e campioni e fuoriclasse a suon di miliardi. E anche Glenn, trova il suo angolo di serie A, nella piccola Atalanta in cui sentirsi una star. Insieme a Lars Larsson, predestinato bomber che però fece il percorso inverso di Glenn. Stromberg idolo (anche se non subito), Larsson oggetto misterioso. Forte, probabilmente molto forte, ma infortunato, troppo timido sul palcoscenico dei grandi campioni e di fronte all’energia incontenibile del toscanaccio di Piombino, Nedo Sonetti. Restò poco, il tempo di trovar moglie e portarla in Svezia. Storia sfortunata, quella di Larsson, scomparso poi all’improvviso, certamente troppo presto.
Insomma, oggi sono 35 anni di Glenn a Bergamo. E qui su Corner abbiamo deciso di dedicargli l’intera giornata. Si comincia adesso, con questo articolo che è una dichiarazione di stima, di grande affetto, di gratitutine. E di fortuna. Capita raramente che i giornalisti e gli «oggetti» del loro lavoro, in questo caso Glenn, diventino amici. In questo caso è capitato, ed è una fortuna non tanto per l’amicizia del personaggio importante: è una fortuna per ciò che si impara stando vicino a un uomo come Glenn. Che non è una persona complicata, anzi. Certo, ha impegni che stroncherebbero un dromedario peggio della traversata del deserto. Quindi è spesso introvabile, preso com’è da televisioni, mille partite, quasi un volo al giorno di media, attività imprenditoriali in continua evoluzione, ma mai in diminuzione. Con Glenn si impara che la salita c’è sempre, e che non bisogna guardare la vetta. Anzi: salire per migliorare, spostando la vetta qualche metro più in alto, dicendo quasi sempre di sì alle cose che stimolano, che sottraggono tempo ma aggiungono esperienza, conoscenza, soddisfano curiosità. Basta che siano in linea coi propri principi. Altrimenti, non c’è niente da fare.
Con Glenn si impara che i principi ai quali restare attaccati sono pochi, e valgono in attacco come in difesa, nello sport come in qualsiasi altro ambito. Lui è così: la parola è una e incrollabile, la lealtà indiscutibile, la sfida sempre accettata, l’amicizia è un grande piacere. Come quella volta che, riunito attorno a un tavolo con qualche amico per gli auguri di Natale, non voleva saperne di chiudere il pranzo, nonostante fossero suonate le 16. Stava troppo bene al centro di tanto affetto, anche al costo di rischiare di perdere il volo della sera per la Svezia, come poi inevitabilmente accadde.
O come quando ha detto «sì» alla sua collaborazione con Corner. Tempo ne ha pochissimo, eppure ogni settimana si è ritagliato il tempo necessario per raggruppare i suoi pensieri e offrirli ai lettori di questo progetto ambizioso, dunque adatto alle sue caratteristiche. Rimugina ancora per la sera del Malines, per la rimessa laterale non restituita dal Milan, mai sulle offerte rifiutate, su una carriera che poteva anche essere più blasonata dell’Atalanta. Ma qui ha l’affetto di un popolo, la sua vittoria più bella. Salutatelo, dategli la mano e una pacca sulla spalla, quando lo incontrate. Per Glenn, è gioia pura.
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Glenn day: il programma
ORE 8: editoriale «A Glenn, 35 anni a Bergamo», di Roberto Belingheri
ORE 10: pubblicazione del libro, leggibile online, «Glenn - C’è solo un capitano»
ORE 12: intervista a Nedo Sonetti su Glenn, di Carlo Canavesi
ORE 14: pubblicazione del video integrale della presentazione del libro
ORE 16: «Io, che ti ho anche fischiato...», di Dino Nikpalj
ORE 18: i video dei suoi gol con l’Atalanta