Glenn da Tenerife: «Ho incontrato l’allenatore del Malines, e...»

Stromberg in vacanza scrive per Corner. «Con la Juve 50 e 50, crediamoci. La Coppa Italia col Milan? Ci ripensavo, per l’anniversario. Ma la semifinale resta l’arrabbiatura peggiore. Ho incontrato de Mos, che mi ha svelato che...»

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Ciao, amici di Corner! Sono in vacanza qualche giorno a Tenerife, dato che il campionato inglese è fermo e non devo commentare la FA Cup. Direte: beato te che sei al caldo. E invece, qui non fa tanto caldo, contrariamente al solito. Sì, ci sono venti gradi, ma il vento non dà tregua... di solito fa più caldo. Lo so che uno svedese che dice di aver freddo a Tenerife non è molto credibile, però... credetemi, a volte si sta meglio. Ne approfitto, in questi giorni, per seguire gli allenamenti di un nipotino. Ha cominciato a giocare a calcio e segue i consigli del nonno. Si allena tre volte alla settimana, sta imparando. Bello seguirli, ci sono centinaia di persone alle sue partitine...

 

Di cosa possiamo parlare? Beh, partirei da Higuain, che poi ho qualcosa da dirvi sull’Atalanta. L’attualità è il calciomercato, e mi pare che l’operazione più interessante sia quella di Higuain dal Milan al Chelsea. Penso che sia una classica operazione «win-win», in cui tutti hanno da guadagnare. Mi pare evidente che Higuain al Milan non abbia ingranato la marcia giusta, mentre al Chelsea può trovare un ambiente più adatto a lui. D’altra parte Sarri aveva bisogno di una punta così. Morata è bravo, le qualità di certo non gli mancano, eppure non riesce mai a essere continuo, a convincere davvero fino in fondo e finisce sempre per cambiare squadra. In passato Sarri aveva dichiarato di poter far giocare davanti anche Hazard, che è bravissimo, ma forse non ha tutte le qualità necessarie per giocare da centravanti. Quindi credo che tutti: Sarri, Chelsea e Higuain hanno la chance di avere vantaggi da questa operazione.

La Coppa Italia ancora indigesta

Detto questo, in questi giorni ripensavo a quella maledetta partita di Coppa Italia con il Milan, dato che ho letto che c’è stato l’anniversario. Incredibile che dopo 29 anni se ne parli ancora... Ormai mi è passata l’arrabbiatura, anche perché qualche anno fa con Sky abbiamo fatto un piccolo speciale su quella partita: c’ero io, Baresi, Maldini... E tutti dicevano che era stata una vergogna, e chiedevano scusa. Io ormai mi sono convinto che tutto il pasticcio non sia nato in malafede. Massaro, quando mette quella palla in mezzo, lo fa col pensiero di passarla al nostro portiere. Poi forse Borgonovo non ha capito e ha cercato il controllo, Barcella ha preso paura ed è nato il rigore. Tutto quel che è successo dopo l’ho raccontato nel mio libro, compreso il fatto che me ne andai dal campo mandando a quel paese l’arbitro che non voleva che uscissi senza il suo permesso. Ero talmente furibondo che gli risposi: «Mi frega un c... del tuo permesso». E me ne andai. E ricordo che era davvero ridicolo che qualcuno se la prendesse con me, dicendo che avevo buttato fuori la palla troppo vicino all’area. Mi arrabbio ancora, se ci penso.

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Ma col Malines fu anche peggio

L’altro giorno mi domandavo se questa sia stata l’arrabbiatura più grande della mia carriera, ma ho concluso alla fine di no. L’arrabbiatura più grande resta legata alla partita col Malines, la semifinale di Coippa delle Coppe del 1988. Perché eravamo a un passo da un traguardo incredibile, e fummo davvero beffati. Adesso vi racconto un fatto che mi è successo qualche tempo fa. Ero a commentare una partita di Champions League, e ho incontrato un altro commentatore tv. Sapete chi era? Aad de Mos, che in quella partita era l’allenatore del Malines. Mi ha riconosciuto, è venuto a salutarmi, abbiamo parlato un po’ della partita. E io alla fine gli ho detto che quella partita mi fa ancora male adesso, e che lui era stato fortunato ad avere un difensore, Rutjes si chiamava, che vedeva la porta così bene al punto da fare un gol come quello che li aveva portati sull’1-1. Ricordate, no? Un tiro quasi impossibile, dal vertice dell’area, imprendibile per il portiere.

La partita, con la voce di Pizzul

Sapete cosa mi ha risposto? «Glenn, non voglio farti ancora più male, ma ti assicuro che quel difensore non ha mai, mai, mai fatto un gol nella sua vita. Neanche in allenamento. Gli avessimo messo la palla sulla linea di porta, e avessimo tolto il portiere, avrebbe sbagliato lo stesso. Non so come abbia fatto quella sera a Bergamo a fare un gol del genere». Ecco, mi ha fatto ancora più male. Sono passati 31 anni ormai... Ma quella resterà sempre la partita più importante della mia carriera, e anche se a Bergamo sono tutti contenti nonostante la sconfitta, credo che mai l’Atalanta sia andata così vicina a un traguardo incredibile per noi.

C’è anche adesso, a proposito, una bella occasione. Atalanta-Juve si può giocare, dico solo questo: l’Atalanta deve ricordarsi che in campionato era avanti 2-1 fino a pochi minuti dalla fine, e che questa è una partita secca, dunque la possibilità di far bene c’è. Bisogna esserne convinti e giocarsela. L’Atalanta ha almeno il 50% di possibilità di passare il turno. Lo spero con tutto il cuore.