Come buttare via una vittoria dopo aver dominato la partita per un’ora senza subire un tiro in porta che sia uno. Il 2020 dell’Atalanta si chiude con un pareggio a Bologna, deludente sia per il risultato che per l’andamento di un match controllato senza alcuna fatica e che sembrava chiuso con il terrificante uno-due di Muriel nel primo tempo. Peccato, poteva essere un’eccellente occasione per riagganciare a quota 24 punti la Juve e portarsi a meno 2 (con una partita in meno) da quel Sassuolo che incontreremo alla ripresa delle ostilità il 3 gennaio.
Poteva essere la ciliegina sulla torta di un anno comunque indimenticabile, con la semifinale di Champions sfumata a pochi istanti dalla fine, le vittorie di Valencia, Amsterdam e Liverpool, la riconquista degli ottavi in Europa, il terzo posto in campionato e un rapporto quasi simbiotico con una terra piegata ma non vinta dal virus e invece il 2020 si chiude con un solo punticino, di quelli che non fanno nemmeno morale e rappresentano un passo indietro rispetto al travolgente secondo tempo di domenica con la Roma.
Archiviata la querelle Gomez e in attesa di novità dal mercato, Gasperini mette subito in campo Muriel insieme a Pessina e Ilicic e il colombiano lo ricambia con una sicura (mica cosa scontata visti i precedenti) trasformazione dagli 11 metri per fallo su Ilicic e un bellissimo raddoppio frutto di un’azione tanto caparbia quanto astuta. Lo sloveno dal canto suo non incanta come contro i giallorossi ma offre diversi sprazzi di classe, magari discontinua ma comunque cristallina. Dietro monumentale Romero che cancella Palacio, uno che in passato ha sempre dato problemi ai nerazzurri. Lo 0-2 dei primi 45 minuti sembra il risultato minimo per un’Atalanta che controlla i rossoblu di casa senza affanno alcuno e non concedendo nemmeno un’occasione degna di nota. La partita sembra francamente chiusa e di fatto così rimane fino all’ora di gioco.
Nella ripresa Ilicic resta negli spogliatoi e la ribalta è tutta per Miranchuk: sulla carta è la partita ideale per il progressivo inserimento del russo che però offre una prestazione decisamente opaca senza mai entrare nel vivo del gioco e faticando a dialogare con i compagni che comunque continuano a pressare il Bologna nella sua metà campo. Ma manca lo sprazzo di qualità, e si vede: a tratti la squadra appare un po’ troppo leziosa e incapace di affondare il colpo del ko, quasi presuntuosa. La prima occasione dei padroni di casa arriva comunque solo al 60° con un tiro di poco sopra la traversa dell’ex Barrow. Ma la sostituzione giusta la azzecca Mihajlovic mandando in campo l’altro ex, Orsolini, e Svanberg che cambiano ritmo e volto della squadra. Il danese sfiora subito il goal che trova invece il giapponese Tomiyasu, forse il migliore dei suoi: poi Orsolini manca di un amen il pareggio che arriva sul calcio d’angolo conseguente con Paz, entrato da 3 minuti. A quel punto il Gasp che (ancora sullo 0-2) aveva già mandato in campo Zapata al posto di Muriel mette dentro anche Malinovskyi ma il risultato non cambia e anzi ad andare più vicino al goal sono ancora i rossoblu con Soriano. Ma sarebbe stato oggettivamente troppo. Peccato, due punti gettati via e aggancio ai quartieri alti si spera solo rinviato. Resta comunque un 2020 incredibile, ma che rabbia…