Vincere sempre è impossibile. Eppure, anche in fondo a questa partita assurda l’Atalanta sarebbe potuta uscire vincitrice, se Muriel avesse messo dentro il rigore che si era conquistato, unica nota positiva della sua presenza in campo a Reggio Emilia. E prima di parlare dell’arbitro, inevitabilmente, forse è meglio ragionare sugli obiettivi dell’Atalanta. Perché un po’ tutti si sono fissati con questo miraggio del secondo posto. Che per carità, sarebbe fantastico. Ma occorre essere pragmatici, e ricordare che quel che conta sopra tutto è qualificarsi di nuovo alla Champions League. In tutto questo, gli sconfitti sono certamente due: De Zerbi, che tiene a questa partita come se si giocasse la vita, e non ha vinto nemmeno con un uomo in più per un’ora. E l’arbitro, appunto. L’Atalanta, vista la suonata, s’è presa un punto e quasi quasi è un punto guadagnato. Anche perché il pareggio del Cagliari all’ultimo secondo rende la pillola molto meno amara.
1. Il signor Pairetto
L’errore fondamentale è nella gestione dei rigori. Se non assegni quello per la trattenuta su Zapata, non assegni - a maggior ragione, essendo un contatto molto meno netto - quello per il Sassuolo. Invece Pairetto commette un doppio errore: non assegna un rigore che c’è, anche se Zapata resta in piedi e non fa la scena madre. E assegna un rigore che - se c’è - è molto dubbio, anche perché l’attaccante vola in terra come corpo morto cade. Valutazione diversa di episodi molto simili: siamo all’abc. Per il resto, onestamente, la gestione dei cartellini non è stata scandalosa. Lì sì, Pairetto è sembrato gestire la partita con un metro uniforme. L’espulsione di Gollini, purtroppo, ha fondamento. Quando i difensori del Sassuolo hanno picchiato, ha ammonito (4 nel primo tempo). Poi ha giustamente annullato il 2-1 del Sassuolo per fuorigioco e ha giustamente dato il rigore - con giallo ed espulsione - all’Atalanta. Resta questa macchia pesante della gestione dei rigori precedenti. E resta, sia concesso dirlo, un dubbio: perché nella partita più importante della giornata mandare un arbitro che - è cronaca - con Gasperini in particolare ha avuto un rapporto tutt’altro che sereno? Perché non mandare qualcuno con maggiore personalità, dato che le partite tra Atalanta e Sassuolo ormai sono una sorta di derby da vita o morte?
2. Muriel, che succede?
Per la seconda volta consecutiva, entrando dalla panchina, Muriel ha fatto male. Prima a Roma, dove ha sbagliato un gol a porta vuota, ora col Sassuolo, con un rigore calciato tra i piedi del portiere. In mezzo la partita devastante sul Bologna, nella quale era partito titolare. Fa specie che proprio Muriel, che dell’impatto sulla partita dalla panchina aveva fatto il suo punto di forza, stia steccando entrando a gara in corso. Fatto sta che uscito Zapata per l’Atalanta è stato tutto un po’ più difficile, e Muriel al di là del rigore conquistato non è riuscito a incidere su nulla.
3. Gollini, qualche dubbio
Gollini, per il gioco dell’Atalanta, queste uscite le deve fare. Lo sappiamo, detto e scritto centomila volte. Tantissime volte gli è andata bene, stavolta no. Quell’uscita, che lui deve fare perché è nei suoi compiti, è sembrata - vista e rivista - troppo precipitosa, anche perché l’avversario era comunque contrastato da giocatori dell’Atalanta. Che sia del tutto colpa sua, però, non ce la sentiamo di dirlo. Come sempre, una squadra che sta alta in pressione come l’Atalanta si «predispone» a situazioni di questo tipo, e poi il conto finisce che lo paga l’ultimo della fila, in questo caso Gollini. Che ha sbagliato, come aveva sbagliato sul gol di Cristante. Insomma, questo finale di stagione non è semplice, dalle parti della porta. Ora toccherà a Sportiello con il Parma, e chissà, forse non è del tutto da escludere che tocchi a Sportiello - che la sua parte nel resto della partita l’ha fatta bene - anche il finale di campionato. Poi, crediamo sia ormai inevitabile, toccherà al mercato disegnare il futuro della porta dell’Atalanta.
4. La classifica
Torniamo, infine, sulla classifica. Perché è vero che si poteva anche vincere, a Roma come a Reggio Emilia. Ma non si può sempre vincere, per un motivo o per l’altro. E lo stesso vale per le altre. Ha steccato la Juve, ha steccato il Milan, il Napoli ha buttato via la vittoria in casa contro il Cagliari. Poteva andare meglio, poteva andare peggio. L’Atalanta resta comunque seconda. Se qualcuno ha il coraggio di lamentarsi, ne cerchi uno bravo.