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SPECIALE CHAMPIONS/1 Com’è cambiata l’Atalanta nella stagione: tutti i dati del quinto capolavoro di Gasp

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Genoa battuto, l’Atalanta è in Champions League per il terzo anno consecutivo. L’ennesimo obiettivo incredibile raggiunto dalla squadra di Gasperini, che lancia ancora una volta i nerazzurri tra le grandi del calcio europeo. Un risultato da festeggiare, tutti insieme. Da celebrare e, soprattutto, analizzare. In stile Corner. Per ripercorrere un altro campionato incredibile attraverso i numeri dei nerazzurri. Quattro temi, quattro approfondimenti sull’Atalanta in Champions League.

Il bilancio delle statistiche non dice tutto, va interpretato, ma ci fa capire com’è cambiato il rendimento della squadra nel corso della stagione. Analizziamo quindi come si sono evoluti i numeri in media per partita con il passare del tempo, per capire dove è cresciuta l’Atalanta per arrivare ad ottenere un altro risultato così importante.

Partiamo dalla fase difensiva e quindi dai tiri in porta subiti dalla squadra di Gasperini. Tanti, a inizio stagione, nelle prime otto giornate: 4,8. Da quel momento un cambio di rotta, forse dovuto anche all’imbarcata subita in casa contro il Liverpool, in Champions League. Quindi 3,1 tra la nona e la quindicesima, poi 3. Un altro netto miglioramento nella fase calda della stagione: solo 2,3 tiri in porta subiti tra la ventitreesima e la ventinovesima. Poi, nelle ultime sette, un leggero aumento a 2,7.

Più o meno lo stesso discorso per gli xG prodotti dagli avversari. La quota più alta è quella delle prime giornate di campionato: 1,28. Subito il calo a 1, come nei tiri in porta subiti. Un leggero aumento nella fase centrale della stagione a 1,24, prima di trovare anche qui una netta crescita nel momento decisivo: 0,66 prima, 0,93 poi, ma influiscono le sfortunate sfide con Roma e Sassuolo, giocate quasi al 50% con l’uomo in meno.

Sono invece poche le variazioni nella percentuale dei duelli vinti, anche perché maggiormente influenzabili da parametri esterni al rendimento globale della squadra. Il dato maggiormente positivo è quello di inizio stagione, il 53%, ma il dato è rimasto in equilibrio per quasi tutto il campionato, prima di scendere al 48% nelle ultime settimane.

 

Situazione simile a quella che troviamo nei palloni recuperati. Una vera e propria altalena, che parte dal 65 iniziale, sceso a 58 tra la nona e la quindicesima giornata. Poi l’incremento, a 60 prima e 66 poi, prima di crollare a 57 a partita tra la trentesima e la cinquantasettesima giornata. Anche qui, i tanti minuti con l’uomo in meno possono avere influito.

Arriviamo al centrocampo, alla fase d’impostazione, partendo dai passaggi riusciti. L’Atalanta è partita con un dato piuttosto alto, 494 a partita tra la prima e l’ottava giornata di campionato, prima di calare a 473 nella fase successiva. Miglior momento nella fase centrale, con 507, prima di calare nuovamente a 497 e poi a 473, nelle ultime giornate. Non a caso, le sfide con Sassuolo e Roma sono quelle in cui l’Atalanta ha tenuto meno il pallone.

Tutto confermato dalle statistiche sulla percentuale di possesso palla. Dato al 52 e 51% nella prima parte della stagione, poi al suo massimo nella fase centrale, con il 58% raggiunto tra la sedicesima e la ventiduesima giornata. Poi il calo, di nuovo al 52 e 51% nella seconda metà di campionato. L’Atalanta, comunque, resta una delle poche squadre a non essere mai scesa durante l’arco del campionato ad una media inferiore al 50%.

 

Importante anche il dato dei passaggi chiave, ovvero quei passaggi che portano al tiro di un compagno, anche definiti assist potenziali. Dato sempre più o meno stabile, ma con dei picchi: 4,3 all’inizio, poi schizzato a 5,6. Di nuovo un calo a 4,9, durato quattordici partite, prima di salire a 5,9 nelle ultime partite. Merito di Malinovskyi, che con i suoi assist ha partecipato con abbondanza alla fase offensiva dell’Atalanta.

Ultimo dato sulla fase di impostazione è quello dei palloni persi. Alti ad inizio stagione, ben 74 a partita, prima di scendere subito a 67. Incrementati con l’aumento dei passaggi, a 72 e poi a 76, sono crollati nella fase finale della stagione: di nuovo 67. Quando il pallone scotta, l’Atalanta migliora. E nelle ultime giornate ha dimostrato grande caparbietà nella gestione del possesso e, quindi, delle partite. Con meno palle perse.

Arriviamo quindi alla fase offensiva, fiore all’occhiello della gestione Gasperini. Incredibile il miglioramento dei nerazzurri anche in questi numeri, considerando la maggior attenzione alla fase difensiva. I tiri in porta sono stati meno all’inizio, 5,8, prima di crescere a 7. In calo a 5,1 - peggior dato stagionale - nella fase centrale della stagione, prima di schizzare a 8 e poi a 7 per le ultime quattordici giornate, quelle decisive, in cui l’Atalanta ha conquistato l’accesso in Champions.

 

Qualcosa di leggermente diverso per quanto riguarda gli xG prodotti. Nelle prime otto giornate sono stati solo 1,82, poi la squadra di Gasperini non si è più fermata, crescendo prima a 2,2, poi a 2,3 e infine a 2,5. Nelle ultime giornate un leggero calo, a 2,4, ma confermando un rendimento di altissimo livello.

Il tutto si concretizza nel dato delle occasioni da gol, piuttosto semplice da analizzare: 7 nelle prime giornate, poi sempre una media di 8 in tutto l’arco del campionato. Nelle ultime giornate sono diventate 10: nessuno in Serie A crea quanto l’Atalanta. Ultimo dato è quello dei dribbling riusciti, piuttosto altalenanti. Sono stati 15 ad inizio stagione, per poi diventare 14. Addirittura 19 nella fase centrale del campionato, poi 16 e 14 nei due periodi finali del campionato. In questo caso è interessante notare come i dribbling siano aumentati di pari passo ai passaggi riusciti, evidenziando il periodo di metà stagione come quello di maggior lucidità e brillantezza.