I principi della comunità Facebook di Corner sono stati al centro, ieri a Milano, di uno dei tantissimi incontri della Milano Digital Week. In particolare, della sessione dedicata alla gestione delle comunità social organizzata dalla Facebook Community Leadership Circle di Milano. Tra gli altri, sono intervenuti Alberto Puliafito, il giornalista che ha svolto il lavoro di consulenza per la creazione di Corner, e Roberto Belingheri, vicecaporedattore de L’Eco di Bergamo, curatore di Corner e amministratore del gruppo social.
Puliafito ha illustrato i criteri con i quali ideare, progettare, costruire e avviare una community su Facebook, mentre Belingheri ha illustrato ai tenti intervenuti all’incontro – che si è tenuto al Talent Garden Calabiana, nei pressi di Porta Romana – i principi che ispirano e guidano l’attività del gruppo Facebook. «Anzitutto – ha detto – la libertà. Corner non è una stanza chiusa in cui il menù delle discussioni è insindacabilmente deciso dai gestori, ma un posto in cui ognuno può dire la sua e proporre temi di discussione, senza filtro, senza autorizzazioni. Questo chiaramente però può funzionare solo se c’è un rigido rispetto delle regole che si accettano nel momento in cui ci si iscrive: su Corner si discute senza insultarsi, rispettando le idee altrui, senza accusare nessuno di nulla. Se si vuole un gruppo in cui poter dire la propria liberamente, si deve garantire in primis la libertà dell’altro».
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In un solo caso Corner ha «stretto la vite» della discussione: dopo i fatti di Firenze, per evitare la libera pubblicazione di un video che conteneva decine di bestemmie. Il limite, durato pochi giorni, è stato accolto senza particolari proteste. «E una volta riaperta la possibilità di postare – ha raccontato Belingheri – di fronte a un post “border line” è stata scelto di lasciarlo, chiedendo però direttamente all’autore del post di vigilare sui commenti, e in caso di segnalare commenti fuori dalle regole. L’esperimento è andato benissimo, il membro del gruppo si è sentito coinvolto, ha esercitato la sua responsabilità con grande diligenza, si è sentito molto più “parte” di Corner. Al punto che è stato proprio questo membro, qualche giorno dopo, a regalare a Corner lo scoop del video di Gasperini che spintona un dirigente della Sampdoria. Tutto questo sta costruendo un gruppo apprezzato, in crescita costante, in cui i membri più attivi sono i primi a sentirsi in dovere di tutelare la libertà che viene concessa».
Accanto a tutto questo, Belingheri ha ricordato il percorso di progettazione di Corner, che ha visto il coinvolgimento diretto dei lettori e potenziali abbonati. Percorso che prosegue: sono spesso infatti gli stessi abbonati a proporre temi da approfondire, che poi danno origine ai servizi che su Corner sono stati scherzosamente chiamati «Corner Prime», mutuando la definizione della consegna più rapida di Amazon. E poi gli eventi, dal «pane e salame», organizzato per festeggiare i primi due mesi di Corner con Giorgio Magnocavallo e Duvan Zapata, ai prossimi che arriveranno. Tutto con un obiettivo: mettere la gente, i lettori, «dentro» un progetto giornalistico e non fuori, nelle vesti di semplici fruitori. Come ha scritto Massimo Paravisi su Facebook: «Finalmente un gruppo Facebook dove si può dialogare, anche su diverse posizioni, con pacatezza ed educazione. E chi non lo fa perché non ha capito lo spirito di corner si mette fuorigioco da solo. Non avete idea di quanto bello sia, per noi lettori, avere un rapporto diretto con chi “scrive sul giornale”. Un mondo inavvicinabile che voi avete reso vicino e a portata di post. Per poter interagire dialogare, confrontarsi. Anche con le videochat. Davvero una rivoluzione».