Atalanta più forte del Covid: il valore «recupera» 116 milioni. Djimsiti, Pessina e Gosens al top (e il curioso caso Mojica)

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L’Atalanta è la quinta forza del campionato, anche per valore della rosa: davanti in questa graduatoria ha però il Napoli che invece in classifica è a pari punti mentre la Roma, terza in Serie A, presenta solo il settimo organico. È uno dei dati che emerge dall’aggiornamento del valore dei calciatori effettuato a fine anno dal sito Transfermarkt, il punto di riferimento internazionale delle quotazioni calcistiche. Al comando c’è la Juventus con oltre 692 milioni di euro di valore. Distante l’Inter, prima delle inseguitrici con 608,6 milioni di euro mentre il Napoli è sul podio con 587 milioni e mezzo di euro. Quarto il Milan con 487,4 milioni di euro, quasi 110 milioni in più dell’Atalanta (377,5 milioni di euro). La Lazio, sesta, insegue ad una ventina di milioni dalla Dea e precede di appena 900 mila euro la Roma. Tra le magnifiche sette e il resto del plotone c’è un abisso: il Sassuolo, ottavo, ha una rosa da 217,4 milioni di euro. I 200 milioni di euro sono superati pure dalla Fiorentina, mentre le restanti 11 squadre valgono meno della metà dell’Atalanta. Sommando Cagliari e Udinese si arriva a quasi 327 milioni di euro, cioè una cinquantina in meno del club nerazzurro.

Sotto i 100 milioni ci sono 5 club: le tre formazioni ligure più Benevento e Crotone. Si tratta delle neopromosse più le due squadre genovesi che l’anno scorso si sono salvate per il rotto della cuffia e in estate non hanno effettuato significative operazioni in entrata. Se sommiamo il valore dei calciatori di tutte queste 5 squadre non arriviamo a 337 milioni di euro, restando quindi sotto quello dell’organico atalantino.

Inter e Crotone i due estremi

A metà settembre, quando la Serie A è partita, la situazione era decisamente differente: al comando c’era l’Inter con 721 milioni di euro, una quarantina in più dei bianconeri, ma poi i primi hanno patito un crollo di 112 milioni e mezzo di euro e ai secondi è bastata una crescita di 15 milioni di euro per ritrovare la vetta. Negli ultimi quattro mesi pure il Napoli ha lasciato per strada un po’ del suo valore, ma il calo è di soli 3,6 milioni di euro.

Complice il primo posto in classifica, il Milan è riuscito a rivalutare la sua rosa di una sessantina di milioni di euro tornando quasi ai valori del novembre del 2019 quando però aveva a disposizione Lucas Paqueta e Krzysztof Piatek, entrambi quotati oltre 20 milioni di euro. La parte del leone la fa sempre Gianluigi Donnarumma con 60 milioni di euro seguito da Theo Hernandez con 50 milioni di euro.

 

L’Atalanta invece ha guadagnato 4 milioni di euro, ma la crescita risultava più alta fino a metà dicembre quando il suo valore complessivo era di 386,85 milioni di euro. D’altro canto in agosto, quando per la pandemia di Covid-19 i valori di tutti i calciatori al mondo furono tagliati da Transfermarkt, era scesa a 261,7 milioni di euro. Quindi l’Atalanta ha recuperato quasi 116 milioni.

Da segnalare l’incredibile balzo dello Spezia che a metà settembre era la rosa più debole con 21,3 milioni di euro di valore e adesso è la terz’ultima perché si è messa dietro Benevento e Crotone: la sua impennata è stata del 170,89 per cento, anche se ricordiamo che non ha un solo calciatore che vale più di 5 milioni di euro. All’opposto la Fiorentina ha perso il 26 per cento, pari ad una svalutazione di quasi 75 milioni di euro.

Il calo di Ilicic

Analizzando con attenzione la rosa dell’Atalanta non si può non notare il calo del valore di Josip Ilicic: dai 17 milioni e mezzo di euro di settembre ai 10 milioni di euro attuali. Il calo è ancora più marcato se lo confrontiamo con il dato di inizio marzo, quando era salito a 22 milioni di euro. Dopo il poker a Valencia però lo sloveno non è più riuscito ad andare a segno e ha pure saltato le ultime 6 giornate di campionato e il quarto di finale di Champions League contro il Paris Saint-Germain a Lisbona.

 

Ilicic è tornato in campo solo il 17 ottobre, dopo un’assenza di oltre 3 mesi e ciò, complice la mancanza di notizie sul suo stato di salute e sul problema che l’ha tenuto fuori (per questioni di privacy), ha abbassato il suo valore. Come se non bastasse, è riuscito a ritrovare il gol solo il 25 novembre a Liverpool. Dal 20 dicembre si è definitivamente sbloccato, come mostrano i 2 gol e i 6 assist serviti da allora, ma nel resto della stagione 2020/21 aveva totalizzato appena un gol (quello citato ad Anfield) e un assist (in Danimarca). Troppo poco secondo i “giudici” di Transfermarkt che hanno sforbiciato il suo valore.

Peraltro, dovesse confermare questo ruolino di marcia anche nelle prossime gare ufficiali di A e magari negli ottavi di Champions League contro il Real Madrid, il suo valore tornerà sicuramente a risalire, malgrado si appresti a festeggiare i 33 anni. In termini percentuali ha perso di più Cristiano Piccini, meno 53,33 per cento, rispetto al meno 42,86 per cento di Josip: il fiorentino valeva 6 milioni di euro a settembre, mentre adesso il suo cartellino è quotato 2,8 milioni di euro.

Tutti i dati degli atalantini

 

Mattia e Duvan, rifatevi

Ilicic e Piccini sono i due soli atalantini nella Top 50 dei calciatori attualmente tesserati in Serie A che più hanno perso valore in termini assoluti da luglio ad oggi. Questa classifica è capeggiata da due interisti: Christian Erikssen ha perso 33 milioni di euro, scendendo a 35 milioni di euro, mentre Marcelo Brozovic ha lasciato sul campo 12 milioni di euro, arrivando a 28 milioni. Di 10 milioni di euro invece la discesa di Arkadiusz Milik (Napoli) e di Radja Nainggolan (Inter ma in prestito al Cagliari).

Nella Top 50 dei giocatori che si sono più svalutati dominano gli interisti, con 8 giocatori, seguiti da Juventus (i peggiori sono Federico Bernardeschi e Aaron Ramsey, entrambi andati sotto di 8 milioni di euro) e Torino con 6, poi il Napoli con 5. Nel Milan il più penalizzato è Diogo Dalot, passato da 18 milioni di euro a 12 milioni di euro mentre Andrea Conti si è ritrovato da 12 milioni di euro a 7 milioni di euro.

Tornando all’Atalanta 2 milioni di euro li hanno persi Mattia Caldara e Duvan Zapata: il difensore centrale era arrivato a 25 milioni di euro prima del suo passaggio in rossonero, ma da allora è calato quasi sempre, anche per i problemi al tendine rotuleo che quest’anno gli hanno permesso di giocare appena 54 minuti (45 con il Torino e 9 con il Parma). Il colombiano invece si era issato a 45 milioni di euro nell’ottobre del 2019, per poi scendere a 36 milioni di euro ad aprile, salvo risalire a 40 milioni di euro ad agosto.

 

Pur mostrandosi più efficace di Ilicic ad ottobre – mese in cui ha segnato 5 gol (3 dei quali in Champions League) – Duvan è andato in letargo a novembre (nessun gol né assist) e anche nella prima metà di dicembre non è riuscito a sbloccarsi. Nelle ultime 5 giornate ha invece segnato 5 gol, ma queste si sono tutte giocate dal 20 dicembre in poi, sicuramente tardi per incidere sull’algoritmo di Transfermarkt che infatti l’ha fatto scendere a 38 milioni di euro.

Gosens vuole il 30 e lode

Sono invece 5 gli atalantini il cui valore è cresciuto da settembre ad oggi: Berat Djimsiti è passato da 15 a 18 milioni di euro che gli permettono di essere l’elemento della retroguardia con più valore. A centrocampo Matteo Pessina è balzato da 12 a 15 milioni di euro mentre Robin Gosens è salito da 27 a 28 milioni di euro, il suo massimo finora. Considerando che il tedesco ha accelerato nell’ultimo mese, segnando a Roma, Sassuolo e Parma, non possiamo non attenderci il suo prossimo approdo a 30 milioni di euro.

 

In crescita pure Cristian Romero, da 14 a 15 milioni di euro, top che aveva già raggiunto due anni fa al Genoa prima del calo di aprile. A 2 milioni e mezzo di euro è salito (nonostante prestazioni non esaltanti) Johan Mojica, valore che non toccava da un paio d’anni: a settembre valeva 1,6 milioni di euro. Nulla a che vedere con Ismael Bennacer che da settembre è esploso da 28 a 40 milioni di euro o con Romelu Lukaku rimbalzato a 90 milioni di euro dai 68 milioni di euro accreditatogli quando i campionati furono interrotti per la pandemia.