Cominciamo bene
Lunedì 15 Febbraio 2016
Olimpiadi, 7 miliardi
e 5 cerchi alla testa
Nei giorni scorsi grandi applausi si sono giustamente levati per la notizia che presto saranno disponibili 80 milioni dal Credito sportivo per le società che volessero ristrutturare, ammodernare, riqualificare i loro stadi e i loro centri sportivi.
Applausi giusti, per carità. Ottanta milioni non sono pochi. Ma nemmeno tutta questa montagna di denaro, specialmente se la si confronta con il budget che sarà a disposizione di Roma per organizzare le (eventuali, molto eventuali) Olimpiadi del 2024. Proprio mercoledì mattina sarà presentato il primo dossier della «nostra» candidatura ai Giochi, con Roma che se la giocherà partendo da una posizione oggettivamente difficile. Non serve nutrire chissà quali antipatie per la capitale per dire che Roma, oggi, è un disastro sotto molti punti di vista. Sarà per questo che il budget previsto per l’operazione arriva a sfiorare i 7 miliardi di euro. Settemila milioni per Roma, contro gli 80 destinati agli impianti sportivi del resto d’Italia.
Fossimo in un paese che vanta impianti all’avanguardia, pazienza. Ma siccome gli stadi italiani mediamente potrebbero ospitare visite di gruppi interessati all’archeologia sportiva, allora c’è da restare quantomeno perplessi. Siamo proprio sicuri che valga la pena concentrare tutte queste risorse al «centro», per un evento sicuramente straordinario, lasciando però le briciole alla periferia? Onestamente, no. Anche perché Roma, dal punto di vista «grandi eventi sportivi», ha dato recentemente prova di non saper gestire il denaro pubblico, anzi. Ricordate i Mondiali di nuoto del 2009? Si sono chiusi con un deficit di quasi 10 milioni, e con opere faraoniche incompiute. Una su tutte: la Città dello Sport di Tor Vergata, progettata da Santiago Calatrava, rimasta a metà lavori dopo una spesa di 256 milioni a fronte di un preventivo per l’intera opera di 136. Hanno speso il doppio per farne metà, e ora - si dice - per rimetterla in sesto e con calma completarla ne servirebbero altri 500. Il resto mancia, anzi manca: velodromi, arene, e chi più ne ha, più progetti. Nel frattempo, spunta la candidatura al Campidoglio di Guido Bertolaso, che guidava la Protezione Civile affogata nei Mondiali di nuoto, e non solo. Chissà perché, ci prende come un cerchio - anzi, cinque - alla testa.
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