Il calcio, le scommesse
e la coda di paglia

Strano mondo, quello del calcio. Periodicamente precipita nel gorgo del calcioscommesse, con calciatori (e talvolta allenatori) che taroccano le partite per guadagnarci illecitamente al botteghino, salvo poi farla passare più o meno liscia ai suoi protagonisti.

Quando invece i soldi delle scommesse arrivano legalmente, frutto di contratti di sponsorizzazione, allora apriti cielo, non si fa, vergogna, via quei cartelloni dai campi, vanno bene tutti gli sponsor, ma quello lì proprio no.

È la vicenda, spuntata in questi giorni, dell’accordo di sponsorizzazione tra l’agenzia Intralot e la Federcalcio. Accordo che puzzava dalla testa, data la firma in gran segreto. Ma poi una sponsorizzazione è tale se diventa pubblica, se chi paga ottiene visibilità. Dunque ecco che Intralot passa all’incasso ed esce allo scoperto nel suo ruolo di sponsor.

Bum: sindacato dei calciatori (!!!) in trincea, alti papaveri che fanno la faccia seria e alzano il dito ammonitore. Non si fa, non si può. Il calcio deve restare lontano dalle scommesse. Quindi, ora la Federcalcio sarà costretta a fare una goffa marcia indietro, a rimetterci soldi (invece che incassarne...) per evitare cause legali dall’esito scontato.

Il tutto ha davvero l’amaro sapore dell’ipocrisia a tutto spiano. Perché il calcio (e anche tanti altri sport) va ormai a braccetto col mondo delle scommesse quasi quanto col mondo della tv. Il fatto che non riesca a distinguere tra legalità e illegalità, e che il lato legale della vicenda sia visto come il fumo negli occhi, forse è la prova provata di una coda di paglia che nasconde la verità che tutti conoscono: il calcio è dentro fino al collo nel lato illegale delle scommesse. Lo vediamo periodicamente, anche ad altissimi livelli. Lo sospettiamo praticamente sempre, specie nei gironi di ritorno dei campionati minori, quando tante società smettono di pagare regolarmente gli stipendi e i calciatori «si arrangiano». Di quello, però, si parla solo quando scattano le manette. Viceversa, si scappa a gambe levate da una sponsorizzazione discutibile non più di tante altre, ma perfettamente legale. Strano mondo, quello del calcio. Talmente strano, che c’era da scommetterci.

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