Bergamo sorride
con calma e cuor leggero

L’Atalanta e, prima di lei, nel cin cin del pranzo, Sofia Goggia e Michela Moioli. Un’altra domenica ha salutato Bergamo a petto in fuori. Quello del giovane Mancini che sblocca la partita con il Chievo e dopo 69 giorni di astinenza riporta i nerazzurri al successo in casa. Quello delle ragazze della neve che affrontano con coraggio e a tutta velocità le piste della Coppa del Mondo conquistando per due giorni di fila un secondo (Goggia nella discesa libera) e un primo posto (Moioli nello snowboardcross), podi che consolidano i loro primati nelle rispettive specialità. «A cuor leggero», come sottolinea Sofia.

La leggerezza di chi ormai si rende conto della propria forza e la alimenta gara dopo gara, prefigurando un’Olimpiade invernale da sogno. Ma in vista di PyeongChang incrociamo le dita e, per realismo e scaramanzia, aspettiamo a cantare vittoria.

Cantiamola, eccome, per l’Atalanta, capace di chiudere una partita che è un inno alla pazienza. Gasperini a caldo l’ha definita una delle migliori prestazioni. Dopo il primo tempo non si sarebbe detto, ma si capiva che la squadra era destinata a crescere. Non l’abbiamo scoperto ieri che si tratta di un gruppo maturo. Bisognava lasciargli il tempo di prendere le misure a quel fastidioso (ma bravo a stendere la sua rete di contenimento) avversario che si chiama Chievo, per poi trovare il varco in cui sganciare il colpo risolutivo. È arrivato grazie alla sorpresa di giornata, il difensore centrale Gianluca Mancini che, nelle previsioni della vigilia, non era indicato tra i titolari. Invece ha giocato, mostrando già nel primo tempo qualità «interessanti» (per riprendere un aggettivo usato da Gasperini), da calciatore più esperto di quanto l’età, 21 anni, non dica. E lo supporta una stazza fisica importante, degna del ruolo che ricopre. Il suo inserimento in area su quella spizzata invitante di Cristante è da applausi per intraprendenza e fiuto del gol. Quel petto in fuori sulle orme di Caldara è beneaugurante in vista della partenza estiva del centrale di Scanzorosciate verso i lidi juventini. Quel petto in fuori è la storia di Bergamo nello sport.

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