Bergamo e Provincia / Valle Seriana
Giovedì 31 Luglio 2014
Moto sui sentieri, sì o no?
Polemiche e petizioni sul web
Moto sui sentieri, sì o no? La discussione impazza dopo l’approvazione da parte del Consiglio regionale del progetto di legge che dà ai Comuni la possibilità di autorizzare lo svolgimento di manifestazioni con mezzi a motore su strade agro silvo pastorali, nei boschi, nei pascoli, sulle mulattiere e sui sentieri.
Moto sui sentieri, sì o no? La discussione impazza dopo l’approvazione da parte del Consiglio regionale, lo scorso 8 luglio, del progetto di legge numero 124, che dà ai Comuni la possibilità di autorizzare lo svolgimento di manifestazioni con mezzi a motore (moto, suv, quad) su strade agro silvo pastorali, nei boschi, nei pascoli, sulle mulattiere e sui sentieri, in aggiunta a quanto previsto dalle ordinarie autorizzazioni per mezzi di servizio e lavoro.
On line è sempre attiva la petizione lanciata dal Cai attraverso il sito www.avaaz.org, in cui osteggia la nuova regolamentazione, ritenendo con la piena applicazione della nuova legge regionale «le conseguenze sul patrimonio naturale e sentieristico sarebbero gravissime». Le adesioni raccolte all’appello su internet sono quasi 44 mila, mentre una analoga petizione lanciata per il «Sì alle moto» sullo stesso sito ha raggiunto meno di seimila voti. La discussione continua e gli amanti delle due ruote sostengono che la moto sia il mezzo migliore per assaporare la libertà lungo le strade della vita; ma quando la strada più che percorsa va domata, allora meglio affidarsi alle motocross o a quelle da enduro.
«Forse la via migliore per assumere certe decisioni dovrebbe essere quella costruita sul dialogo e sulla reciproca conoscenza – questa la convinzione di molti dei motociclisti –. Creare una pista di moto, seguendo regole precise e rispettando l’ambiente, significa offrire agli appassionati aree sicure nelle quali mettersi alla prova. Naturalmente un vero amante di questo sport non desidera andare oltre le leggi, non desidera prevaricare, chiede semplicemente uno spazio sicuro. Se ci fossero percorsi fissati, non ci sarebbe bisogno di cercarli al di fuori della legge».
Leggi su L’Eco di Bergamo del 31 luglio due pagine di approfondimento
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