Caso Cantamessa, la mamma:
«Giustizia sia fatta, io prego per lui»

«Niente e nessuno mi restituirà Eleonora». Lo dice Mariella Cantamessa, mamma della dottoressa uccisa mentre prestava soccorso a un ferito, l’8 settembre a Chiuduno: «Vorrei vedere negli occhi il suo assassino, per capire se si è pentito » chiede giustizia e prega anche per lui.

«Eleonora mi diceva sempre che non avremmo dovuto preoccuparci della nostra vecchiaia, che lei non ci avrebbe mai lasciato da soli, che insieme a Luigi avrebbe pensato a me e a papà Mino come noi abbiamo pensato ai nostri genitori nei loro ultimi anni. Invece lei non c’è più». Sono le aprole di Mariella, mamma di Eleonora Cantamessa. Lei non c’era alla prima udienza del processo a carico di Vicky Vicky, l’indiano accusato del duplice omicidio del fratello Baldev Kumar e della figlia.

«Avrei voluto guardarlo negli occhi... Ma non ce l’ho fatta. Avrei voluto cercare il pentimento nei suoi occhi, vedere se in questi mesi, quasi un anno, ha capito il male che ha fatto, se si è reso conto - dice -. Niente mi restituirà la mia Eleonora. Come andrà a finire il processo non cambierà il mio dolore. Lei non c’è più».

E spiega: «Un uomo, un giudice, dovrà stabilire la verità di quel che è successo quella notte. E decidere una pena. Poi saremo liberi. Io, mio marito, mio figlio. Eleonora. E - lo so che è un paradosso ma è così - anche il suo assassino. Io continuerò a pregare, anche per lui».

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