Zone di sicurezza, cosa sapere
Si entra e si esce solo per gravi motivi

Da lunedì anche nella nostra provincia scatteranno i controlli delle forze dell’ordine, come stabilito domenica sera dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che ha diramato una direttiva con le disposizioni per i prefetti sul come effettuare i controlli all’interno e per entrare e uscire dalle aree definite «a contenimento rafforzato»

La conseguenza più evidente, per quanto riguarda Bergamo e provincia, dell’entrata in vigore del decreto del governo firmato l’altra notte dal premier Giuseppe Conte per contrastate la diffusione del coronavirus con l’attivazione della «zona arancione» in Lombardia e altre 14 province, domenica è stato lo smantellamento degli ammassamenti delle forze dell’ordine che si erano concentrate, fin da metà della settimana scorsa, in particolare a Zingonia (i carabinieri) e a Osio Sotto (la polizia), in attesa dell’attivazione della zona rossa – che poi non c’è stata – a Nembro e Alzano Lombardo.

Assieme all’esercito, da domenica mattina mezzi e uomini – in tutto trecento – hanno lasciato la Bergamasca: la nostra provincia non ha infatti confini regionali e non si trova al limitare della nuova area arancione, dove uomini e mezzi sono stati destinati. Anche se, fino a domenica sera, non risultavano controlli o varchi con le forze dell’ordine e solo in serata sono stati rimossi i varchi attorno all’ormai ex zona rossa del Sud Lodigiano.

Ecco tutte le info del nuovo decreto, capitolo per capitolo

Mentre da lunedì anche nella nostra provincia scatteranno i controlli delle forze dell’ordine, come stabilito domenica sera dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che ha diramato una direttiva con le disposizioni per i prefetti sul come effettuare i controlli all’interno e per entrare e uscire dalle aree definite «a contenimento rafforzato». «I controlli sul rispetto delle limitazioni della mobilità avverranno lungo le linee di comunicazione e le grandi infrastrutture del sistema dei trasporti – spiega la direttiva del Viminale –. Per quanto riguarda la rete autostradale e la viabilità principale, la polizia stradale procederà a effettuare i controlli acquisendo le prescritte autodichiarazioni. Analoghi servizi saranno svolti lungo la viabilità ordinaria anche dall’Arma dei carabinieri e dalle polizie municipali».

Indicate anche le sanzioni: dall’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino 206 euro, «salvo che non si possa configurare un’ipotesi più grave» quale «i delitti colposi contro la salute pubblica che persegue tutte le condotte idonee a produrre un pericolo per la salute pubblica». Il decreto stesso, di fatto, vieta gli spostamenti in entrata e in uscita dalla zona arancione, tranne che per emergenze o «comprovate esigenze lavorative».

Domenica a mezzogiorno la Prefettura ha ospitato una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica «blindata»: la sala è stata sanificata prima e dopo l’incontro, tutti i partecipanti indossavano le mascherine (non c’erano il prefetto Elisabetta Margiacchi che, positiva, è in quarantena nel suo alloggio, in buone condizioni di salute, e il questore Maurizio Auriemma, nelle stesse condizioni; assente anche il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Paolo Storoni, solo in via precauzionale perché risultato invece negativo al test).

Domenica pomeriggio è stato anche chiarito dal ministero degli Esteri che i transfrontalieri potranno lasciare la zona arancione e farvi rientro e soprattutto che le «merci possono entrare e uscire dai territori interessati».

Per il resto, il decreto prevede in Lombardia e nelle altre 14 provincie la chiusura di tutte le scuole fino al 3 aprile, la chiusura dei bar e ristoranti dalle 18 alle 6, con l’obbligo, durante l’apertura, di mantenere tra la clientela almeno un metro di distanza tra i clienti, pena la sospensione immediata della licenza. Sospesi gli esami di guida, chiuse palestre, piscine, centri benessere e spa, ma anche musei, centri culturali e stazioni sciistiche. Chiusi nei fine settimana i centri commerciali. I negozi di vicinato potranno stare aperti a patto che venga garantita la distanza di sicurezza. Sospese tutte le cerimonie religiose e civili, dai matrimoni ai funerali. Sospese le attività ludiche e sportive, in luoghi pubblici o privati. Chiusi cinema, pub, sale giochi, scuole di ballo, discoteche, sale bingo e scommesse. Quanto alle aziende, viene raccomandato, se possibile, ai titolari di favorire periodi di ferie o congedo ordinario. Sul versante religioso, ieri la Cei ha chiarito che le celebrazioni sono sospese in tutta Italia: «L’interpretazione fornita dal Governo include rigorosamente le Sante Messe e le esequie tra le “cerimonie religiose”. Si tratta di un passaggio fortemente restrittivo, la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. L’accoglienza del Decreto è mediata unicamente dalla volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica». L’appello, dunque, rivolto a tutti è quello di restare il più possibile in casa, perché questa è l’unica modalità per evitare la diffusione del virus.

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