Vittoria per Rho, e gli altri docenti?
Uno spiraglio per chi ancora aspetta

Con il caso del professor Rho per la prima volta il Miur cambia strada sulla possibilità che un docente decaduto torni alle dipendenze pubbliche.

L’accordo che libera il professor Rho dall’incubo di cambiare mestiere, è una piccola rivoluzione. E – con tutte le cautele – apre uno spiraglio anche per le prossime conciliazioni, perché per la prima volta il Miur disapplica un principio recepito sia nei decreti ministeriali di aggiornamento delle graduatorie sia nel bando di concorso pubblico appena indetto. E cioè che il dipendente dichiarato decaduto per aver conseguito un impiego in seguito a dichiarazione non veritiera, non può più ricostituire un rapporto con la pubblica amministrazione. «Nel caso Rho – spiega l’avvocato Yvonne Messi che ha assistito il docente – invece l’amministrazione ha per la prima volta distinto tra la decadenza (che riguardava la supplenza per la quale, alla presa di servizio, il docente non aveva dichiarato i precedenti penali) e il successivo incarico a termine (dove i precedenti erano dichiarati e che ha portato all’immissione in ruolo), tanto da stipulare prima il contratto di lavoro a termine e a ripristinare ora il contratto a tempo indeterminato».

Infatti la cancellazione giuridica riguarda un solo anno di supplenza, il 2013-14 (quello interessato dal mendacio) con la perdita del punteggio relativo, mentre l’anno 2014-15 è ritenuto valido, con una netta cesura fra i due contratti.

Il reintegro ottenuto comporta anche il pagamento degli arretrati e permette al docente di partecipare ai movimenti del personale per il prossimo anno scolastico 2016-17, anche se fuori termine. Il Miur, infine, si è impegnato anche a pagare le spese processuali, riconoscendo così di essere in torto.

Soddisfatta «per l’equilibrata conclusione della vicenda» è anche la dirigente dell’Ufficio Scolastico territoriale, Patrizia Graziani, che ricorda che «il giudice ha accettato la proposta di conciliazione che già noi, in precedenza, avevamo proposto, dimostrando che l’Ufficio territoriale aveva avuto ragione a proporre una sanzione commisurata».

Il caso di Rho reintegrato non è comunque il primo. Un altro docente è già stato reintegrato, per altri sei casi l’amministrazione scolastica territoriale ha chiesto l’archiviazione perché l’estinzione del reato ha eliminato la dichiarazione mendace. Per una decina d’altri si intende procedere sulla stessa linea. Ma tre docenti licenziati hanno perso il ricorso (due al Tribunale di Bergamo, uno al Tar di Brescia). «A rischio sono anche i supplenti licenziati che vogliono partecipare al concorso aperto ora – afferma Elena Bernardini della Fp-Cgil – ma abbiamo verificato che il sistema informatico del Miur accetta comunque le domande. Consigliamo di partecipare e di consegnare anche una documentazione cartacea».

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