«Visite in Rsa, strada ancora in salita». La Cisl: strutture non attrezzate e tamponi a pagamento

«La strada è ancora in salita, per parenti e ospiti delle Rsa lombarde». I sindacati: «L’ordinanza del ministro Speranza e le indicazioni dell’assessore Moratti, per molte farmacie della regione, sono lettera morta. Troppe non sono attrezzate, molte chiedono il pagamento del tampone necessario per la visita del proprio caro all’interno delle strutture».

Secondo Regione Lombardia, i parenti possono entrare con il «Green Pass» (o Certificato di vaccinazione) o in alternativa sottoponendosi almeno 48 ore prima a un tampone che abbia esito negativo. E per fare il tampone ai potenziali visitatori, Regione Lombardia ha autorizzato le stesse Rsa, oppure la rete ambulatoriale degli erogatori pubblici e privati accreditati presenti nel territorio, o le farmacie. «Il costo è del tampone è a carico del servizio sanitario, e il visitatore deve semplicemente compilare un apposito modulo di autocertificazione. Queste indicazioni sono già operative e vincolanti, come confermato dalle stesse Ata» spiega la Cisl

«Da una nostra verifica, invece, emerge che la stragrande maggioranza delle farmacie, private o comunali che siano, non applica questa delibera, anche se è attrezzata per fare i tamponi con tanto di cartello esposto. Li fanno pagare, e quindi non svolgono questo servizio indicato da regione Lombardia. Le Rsa, inoltre, potrebbero, all’ingresso, sottoporre a tampone i visitatori utilizzando i loro kit, originariamente destinati a dipendenti e ospiti, ma per quanto ne sappiamo sono poche quelle che lo fanno - spiega la Cisl -. Nella maggior parte dei casi, senza la certificazione richiesta, i parenti non possono entrare nelle strutture. Insomma, l’annuncio alla stampa è stato fatto, la delibera è stata inviata, tutti l’hanno letta, ma non viene applicata. E tutto tace».

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