Via San Fermo, interrogazione della Lega
Il Centro islamico: leggi sempre rispettate

La Lega Nord ha presentato un’interrogazione urgente in Comune sul sequestro dello stabile acquistato dagli islamici in via San Fermo a Bergamo. Nel frattempo interviene il Centro culturale islamico prende le distanze e ricostruisce la vicenda in un comunicato stampa.

Nell’interrogazione, firmata da Alberto Ribolla e Luisa Pecce, la Lega chiede all’amministrazione «quali siano i motivi del sequestro dell’immobile di via San Fermo; quando siano effettivamente iniziate le indagini da parte della magistratura; se ancora ritenga la comunità islamica un interlocutore serio con cui rapportarsi; se non ritenga di archiviare qualsiasi richiesta di un nuovo centro di culto islamico a Bergamo, dopo che lo stesso assessore Gandi aveva dichiarato di sentirsi preso in giro dagli islamici e dopo questi nuovi gravi fatti, anche in virtù dei rischi legati».

Nel frattempo il Centro islamico, in un comunicato stampa firmato dal presidente Mohamed Saleh, ricostruisce così la vicenda: «Il Consiglio Direttivo del Centro Culturale Islamico di via Cenisio, alla fine di marzo di quest’anno è venuto a conoscenza dall’U.C.O.I.I., di cui la nostra associazione fa parte, che da un’associazione benefica era stata inviata una somma ingente, richiesta a nome del Centro Culturale Islamico di via Cenisio, per costruire un nuovo centro nella città di Bergamo. Di tale donazione il nostro Consiglio non sapeva nulla né sapeva del progetto del nuovo centro. La suddetta somma è stata pagata a partire dal 2013 e saldata nella prima metà del 2014. Abbiamo chiesto spiegazioni all’allora presidente El Joulani che ci ha confermato di aver ricevuto la donazione ma senza darci dettagli sull’operazione».

«Sollecitati dal donatore il quale era convinto che tutti i componenti del Centro Culturale Islamico fossero a conoscenza del progetto e non riceveva risposte alle richieste di spiegazioni in ordine alla destinazione delle somme, dopo ripetuti incontri con El Joulani, con l’U.C.O.I.I. e col donatore per trovare una soluzione alla questione non siamo riusciti ad ottenere una soluzione che fosse tranquillizzante per il donatore e soddisfacente per noi, in quanto il donatore vuole operare nel pieno rispetto delle regole e leggi del paese e in piena trasparenza, esattamente la stessa linea che abbiamo seguito noi fin dalla costituzione dell’associazione».

«Il donatore ci ha confermato con una lettera ufficiale che la domanda di finanziamento era stata fatta a nome del Centro di via Cenisio e la somma era destinata alla comunità islamica di via Cenisio. Abbiamo successivamente scoperto che l’allora presidente aveva costituito una nuova associazione all’inizio del 2013 composta da lui e suoi familiari e che la somma ricevuta era stata versata su un conto bancario di questa associazione di cui è presidente, perciò come prima mossa lo abbiamo escluso dalla carica di presidente della nostra associazione ed eletto un nuovo Consiglio».

«Da fine aprile e fino a settembre di quest’anno sono stati fatti ripetuti tentativi con l’ex- presidente per risanare la situazione col donatore e salvaguardare l’interesse della comunità e di tutti i suoi componenti, senza esito. A questo punto a noi, al donatore e all’U.C.O.I.I. non è rimasta alcuna possibilità di risolvere pacificamente il problema se non di agire legalmente contro l’ex-presidente, quali legittimi destinatari della donazione e parte lesa insieme a loro, per ottenere giustizia. Questo è stato fatto e a questo punto attendiamo la decisione della legge».

«Il Centro Culturale Islamico di Bergamo di via Cenisio da quando è stato costituito ha sempre agito rispettando regole e leggi, contrariamente a quanto sostiene Daniele Belotti della Lega Nord che non perde occasione per offendere la comunità islamica, incapace di valutare i fatti per quello che sono e non per quello che serve a loro per fini elettorali».

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