«Vi serve aiuto? Venite in casa»
Piccole storie di ordinaria bontà

Il racconto di un papà di Bergamo, alle prese con un malessere della figlia, per strada a Ponte Nossa

Gentile direttore, sono un papà di Bergamo. Le chiedo ospitalità perché penso di avere una buona notizia. Voi giornalisti siete sempre accusati di raccontare solo brutte storie, e allora una buona ve la do io. Anche per dire un grande grazie, sperando che L’Eco faccia come quelle bottiglie nel mare, che portano il messaggio a destinazione.

Sabato mattina stavo salendo in auto in Val Seriana. All’altezza di Ponte Nossa, poco prima del bivio, la mia bambina si è sentita male: colpa delle curve. Ho accostato davanti al box di una casa, per «soccorrere» la bambina. Subito ho sentito una voce dalla casa, e le devo confessare che ho pensato che fosse una protesta per la macchina fermata davanti al box. Invece, era un signore anziano che aveva capito tutto, e che ci chiedeva se avessimo bisogno di aiuto. Ovvio che ne avessimo bisogno, s’immagini la scena.

Risultato: questa famiglia ha aperto casa sua a tre sconosciuti, ci hanno portati nel loro bagno dove abbiamo potuto pulire la piccola, ci hanno persino aiutati a lavare il seggiolino dell’auto, «disastrato» dal malessere. Io, onestamente, non so se l’avrei fatto, con tutto quel che si sente in giro. Ma so che ho imparato qualcosa, e domani lo farei, quasi come per saldare un debito di riconoscenza verso questi signori. Questa è la notizia che le volevo dare, caro direttore: la gentilezza esiste ancora, e fa bene al mondo.

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