Vaccini, dosi in arrivo
«Ma non ancora sufficienti»

Da mercoledì 18 novembre saranno disponibili per i medici di medicina generale altre 105 mila dosi di vaccini antinfluenzali destinati agli over 65.

La distribuzione - per chi non può ritirarle direttamente dai magazzini di Ats - avviene attraverso la farmacia di fiducia. Dalla categoria emerge però ancora la difficoltà legata a questo approvvigionamento a singhiozzo, e soprattutto ai quantitativi ridotti. Ogni medico, infatti, avrà una fornitura di dosi in base a due criteri: lo «storico», cioé quanti vaccini ha fatto in passato, e il numero di assistiti anziani in carico.

Ma le dosi non sembrano ancora sufficienti, soprattutto quest’ anno, visto che si era auspicata una prevenzione a tappeto, per evitare una sovrapposizione tra i sintomi influenzali e quelli da Covid 19. «Dal nuovo lotto da 105 mila - fa il punto Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici - arriveranno ai medici circa 150 dosi a testa; se aggiunte alle cento ricevute nel primo mese di campagna vaccinale, fanno in totale circa 250. Per coprire un numero ragionevole di anziani, ad esempio il 60% come gli anni scorsi, ce ne vorrebbero almeno 300 mila. Si capisce quindi come le nuove dosi siano in numero importante, ma non sufficiente, soprattutto se si vuole raggiungere l’obiettivo, quanto mai opportuno quest’ anno, di una copertura del 75%».

Difficoltà sperimentate sul campo da Massimo Buzzetti, medico di base, con studio in città. «Dei miei 1.500 pazienti, circa 500 sono ultra65enni - racconta - : ho ricevuto una prima tranche di cento dosi, ora ho fatto un ordine da 200. Ma non penso che arrivino tutte subito, me ne aspetto 150-160. Un numero ancora lontano da quello necessario per rispondere a una domanda che quest’ anno sarà più alta».

Per l’Ordine dei medici, poi, l’arrivo contingentato e in ritardo delle dosi è sinonimo «che le dosi non ci sono. Se le avessero le darebbero, invece sono costretti a distribuirle man mano che arrivano». Vaccini antinfluenzali non ancora pervenuti anche nelle Rsa (dove la distribuzione compete alle Asst). «Non sono ancora iniziate le vaccinazioni», conferma Fabrizio Ondei, presidente Uneba. E Barbara Manzoni, presidente Associazione San Giuseppe: «La situazione è a macchia di leopardo. In alcune strutture è iniziata, in altre proprio zero».

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