Una vita spesa per gli altri. Anche coi fiori
Bergamo dà l’addio ad Alessandra Traini

Ha sempre pensato al prossimo senza voler mai apparire sotto le luci dei riflettori. Lunedì 28 marzo si è spenta all’età di 91 anni Alessandra Traini Paccanelli. Sono molti in città che in questi giorni l’hanno saluta con commozione e affetto ricordandone l’energia e la generosità.

Una vita rivolta con passione verso la sua famiglia e verso i più deboli, adoperandosi con vitalità e attraverso le sue tante passioni: dall’amore per la montagna a quella per i fiori che la portò pure davanti alla principessa Carolina, premiata nel 1986 durante il prestigioso Concours des Bouquets a Montecarlo. Un’attività, quella di decoratrice floreale con il Garden Club Bergamo, che fu spunto attivo per iniziative benefiche in cui credeva tantissimo, a favore dei più sofferenti, e in particolare dei bambini.

Originaria dell’Alta Valle Brembana, nipote di don Gaetano Traini rettore del collegio di Valnegra, l’essere stata mamma di 8 figli – senza dimenticare i 13 nipoti - l’aveva sicuramente temprata: con lei sempre a fianco il marito Secondo Paccanelli, scomparso due anni fa e anche lui molto amato dalla comunità locale per il suo grande impegno nel lavoro e un’attenzione particolare per le persone più bisognose. Una dote di questa famiglia, residente a Bergamo e molto integrata nel tessuto sociale: perché Alessandra Traini non è stata solo una mamma presente e attiva nella vita dei suoi figli, ma si è sempre prodigata sul piano umano, cercando nella sua vita di portare condivisione e utilità sociale con i suoi gesti.

Oltre alle attività promosse e coordinate come presidentessa dell’Inner Wheel Bergamo nell’anno tra il ’95 e il ’96, di grande bellezza la mostra a scopo benefico che organizzò in quel periodo «I Fiori sulla tavola» al Palazzo della Ragione.

Non sono poi mancate le numerose iniziative intraprese dal 1998 in favore del Centro di Aiuto alla Vita per sostenere madri e future madri in difficoltà: proprio per il Cav organizzò gare di sci, di golf e spettacoli teatrali, contagiando con la sua instancabile vitalità e grande voglia di fare amici e collaboratori. «Chi l’ha conosciuta ha potuto apprezzare che il suo pragmatismo e la sua attenzione per il prossimo erano animati da una speciale sensibilità e da una fiducia nelle opere dell’uomo che fanno bella la vita» racconta Anna Daini, presidente del Cav, che aggiunge: «Una donna a cui dobbiamo molto: coraggiosa, vicina ai bambini, sempre disponibile. Unica nella sua riservatezza ed energia». Una vita ricca d’amore, dice chi l’ha conosciuta, ma sempre senza clamore, senza troppe parole. Bastavano gesti e idee, un entusiasmo innato che l’ha resa vicina ai più deboli. Con integrità e purezza d’animo. Fino al suo ultimo desiderio: il giorno del suo ultimo saluto indossare una tunica bianca, simbolo di semplicità. La vita per lei è sempre stata questo.

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