Cronaca / Bergamo Città
Martedì 02 Giugno 2020
Una scultura di bronzo per Bergamo
È stata realizzata da 12 artigiani romani
Si intitola «Le mani dell’Italia», è una scultura di bronzo opera di dodici storiche botteghe artigiane romane donata all’ospedale di Bergamo.
Sarà accolta dall’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo la scultura di bronzo ideata dagli artigiani di dodici botteghe storiche del centro di Roma. L’opera - un’Italia fatta di mani che si toccano, sovrapposte, che si spingono - vuole omaggiare il lavoro svolto dalle mani operose di medici, infermieri, volontari, forze dell’ordine ma anche fornai, pizzaioli e rider: uomini e donne rimasti in prima linea durante l’emergenza Covid19.
A stabilire il contatto fra la direttrice Maria Beatrice Stasi dell’azienda ospedaliera bergamasca e gli artigiani romani, è stata Sandra Zampa, sottosegretaria di Stato alla Salute: «Sono davvero contenta che si sia potuto concretizzare il desiderio degli artigiani romani, in rappresentanza di tanti artisti italiani che hanno condiviso il progetto, di omaggiare con un’opera dall’alto valore emblematico una delle realtà ospedaliere simbolo di questa pandemia. Il dono all’ospedale bergamasco realizzato dagli artisti romani per ringraziare idealmente tutto il personale sanitario, è un importante segno di solidarietà che unisce il Paese».
«Bergamo e il nostro ospedale sono diventati un simbolo di questa pandemia e della tenacia dei bergamaschi, che hanno combattuto e sofferto con grande dignità - commenta Maria Beatrice Stasi, direttore dell’ASST Papa Giovanni XXIII -.
L’omaggio da Roma ci commuove e per noi rappresenta anche il lavoro «nascosto» dei nostri tecnici e amministrativi, così come la grande solidarietà di chi ci ha sostenuto».
«Mettendo al centro la manualità del fare e l’impegno - dice Paolo Masini, presidente del Premio «Roma Bpa - Mamma Roma e i suoi Figli Migliori» che sostiene e coordina il progetto - quest’opera racconta la speranza che non ci ha mai abbandonato nelle ore buie che il Paese ha attraversato. Verrà esposta al Papa Giovanni XXIII di Bergamo come simbolo di tutte le comunità italiane che hanno combattuto la pandemia».
L’idea di un’Italia di mani sostenuta da una base che metaforicamente si ispira a Leonardo e all’uomo Vitruviano, abbracciata da un cuore che rappresenta l’amore per questo Paese, nasce da Dante Mortet, cesellatore e scultore dal 1889: “l’arte è da sempre un balsamo contro le tragedie e noi artigiani vogliamo, con quest’opera, testimoniare la nostra vicinanza a tutti coloro che con il loro sacrificio quotidiano ci hanno permesso di farci tornare a respirare liberi».
Le botteghe-laboratori che partecipano al progetto sono: Bottega Mortet, cesellatori dal 1889, Serbolonghi, orafi incisori 1926; Senzacqua, paralumai e arredi dal 1958; Caporali Romualdo, orafo dal 1964; Cardená, creazioni gioielli dal 1968; Sirni, Pellettieri dal 1960; De Rosa, incastonatori pietre preziose dal 1970; Filippi Marco, incisioni dal 1958; Federica Mendaia, legatoria artistica dal 1984; Rossella Piellucci, gioielli dal 1986; Francesconi Roberto, incisore dal 1988; Mano Artigiana di Dante Mortet.
L’opera è realizzata grazie alle donazioni che verranno raccolte, non a caso dal giorno della festa della repubblica, sulla piattaforma GoFundMe (https://www.gofundme.com/f/le-mani-per-litalia) e dimostra come l’economia circolare del sostenersi a vicenda sia un passpartout per testimoniare la propria vicinanza e sostenere il Made in Italy. Tra i primi testimonial che sostengono la raccolta fondi, il bergamasco Alessio Boni e il romano Roberto Ciufoli
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