Ucciso col machete a Zingonia - Video
In quattro condannati a 18 anni
L’aggressione nell’ambito di un regolamento di conti per questioni di droga, nel novembre del 2015 a Zingonia.
L’accusa aveva chiesto una condanna a 20 anni per i tre fratelli marocchini e il giovane connazionale che, l’11 novembre dell’anno scorso, secondo il pm, uccisero Mohamed El Khouman e ferirono il fratello Otman. Nella mattinata di mercoledì 4 gennaio i quattro sono stati condannati a una pena complessiva di 18 anni con le accuse di omicidio e tentato omicidio, ma anche detenzione di droga. Anche per il ferito, fratello della vittima, una condanna di 2 anni e 8 mesi per droga.
Sono circa le 20 dell’11 novembre 2015 quando, in piazza Affari, Mohamed El Khouman, 30 anni, residente a Lallio con la compagna e la figlia, viene colpito a morte a poca distanza dalla stazione dei carabinieri. Il fratello Otman, 27 anni, inizialmente riesce a fuggire, ma anche lui viene raggiunto e aggredito. Ha anche una ferita da arma da fuoco alla gamba, però riesce a salvarsi. La lite, maturata nell’ambiente dello spaccio, inizia qualche tempo prima dentro un bar e sembra raggiungere l’apice nella colluttazione che si verifica fuori dal locale.
Mouhsin Dahak, nato nel 1994, sarebbe stato presente solo nella prima fase: quando al bar, dopo una serie di sguardi, è esplosa la lite. Il fratello Sahli, classe 1984, ha ammesso di aver sparato a Otman El Khouman, e di averlo picchiato, ma non per uccidere. Il terzo fratello, Imad, classe 1987, ha invece affermato di essere arrivato nel luogo dell’omicidio quando Mohamed era quasi (o già) morto, e di averlo colpito nella parte bassa del corpo. Il quarto imputato è invece Bereddine Hamza, senza fissa dimora, che due giorni dopo il fatto si è costituito, ed è accusato di essere l’esecutore materiale.
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