Tumori alla prostata, clinica Castelli
Rivoluzione con una biopsia mirata

È una vera rivoluzione nel campo della diagnosi del tumore alla prostata. A tutt’oggi, è la biopsia la migliore procedura per individuare questo tipo di neoplasie.

Eppure, in pochi lo sanno, il «prelievo» di cellule per questo esame diagnostico in realtà avviene «al buio», ovvero si buca, con sottilissimi aghi, l’area della prostata senza possibilità di avere in realtà una indicazione preventiva delle zone sospette da colpire. Questo, come è facile intuire, può creare dei «falsi negativi», ed è inoltre una difficoltà in più nei controlli in caso di tumore già diagnosticato e trattato, per monitorare anche eventuali recidive.

Ma la Clinica Castelli, da pochissimo tempo (tanto che i primi pazienti vengono trattati con questa nuova metodica proprio in questi giorni) e unica struttura in città, provincia e anche in Lombardia (anche se a quanto pare a breve anche l’Istituto tumori di Milano seguirà la strada della struttura bergamasca) ha attivato un nuovo sistema di diagnosi che permette di fare una biopsia in modo mirato e con estrema precisione, grazie a un programma che «fonde» le immagini dell’ecografia e della risonanza magnetica dell’area da sottoporre a indagine, e a un software che sa «scovare» le zone sospette, fornendo così un quadro che guiderà il professionista tramite una elaborazione tridimensionale dell’area interessata alla biopsia.

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