Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 15 Settembre 2016
Tumori ai polmoni, una nuova arma
al «Papa Giovanni» grazie all’Aob
Grazie alla generosità dell’Associazione oncologica bergamasca, dei volontari e dei suoi numerosi sostenitori, è ora a disposizione degli specialisti del Papa Giovanni XXIII un videobroncoscopio di ultima generazione.
Si chiama Ebus (da Endo Bronchial Ultra Sound), che consentirà diagnosi più rapide e precise dei tumori polmonari, anche di quelli più piccoli. Il Papa Giovanni è il primo ospedale pubblico (sul versante privato Humanitas Gavezzeni l’ha già dal 2013 e finora ha effettuato 250 trattamenti) bergamasco ad essere dotato di questa tecnologia. A differenza di un videobroncoscopio tradizionale, Ebus è dotato di una microsonda ecografica che consente di vedere anche oltre le pareti dei bronchi e della trachea, arrivando fino ai linfonodi, il cui coinvolgimento o meno nelle patologie tumorali è tra i fattori determinati per definire lo stadio della malattia, insieme a dimensioni e presenza di metastasi a distanza. Sotto il controllo di questa sonda, il medico punge i linfonodi e ne raccoglie un piccolo campione, che verrà successivamente analizzato.
«La broncoscopia tradizionale ci consente di vedere l’interno della trachea e dei bronchi e di eseguire biopsie di neoformazioni sospette. Per poter stabilire il piano di cura dei tumori al polmone è però essenziale capire anche se i linfonodi toracici sono interessati o meno dalla patologia oncologica – ha spiegato Giovanni Michetti, direttore della Pneumologia dell’Asst Papa Giovanni XXIII -. Finora per avere questa informazione cercavamo risposte nelle immagini fornite dalla Pet e, in alcuni casi, dovevamo ricorrere ad un piccolo intervento chirurgico per vedere da vicino tutta la zona toracica. Ora è sufficiente un solo esame che dura dai 30 ai 60 minuti, svolto in regime di day hospital, in sedazione e non doloroso, per avere risultati precisi e decidere il miglior trattamento di cura possibile».
L’Associazione Oncologica Bergamasca Onlus è da anni vicina all’Ospedale di Bergamo e ai suoi pazienti oncologici, con iniziative che spaziano dal sostegno e sviluppo di progetti e servizi di ricerca, ascolto, assistenza e informazione, alla donazione di nuove apparecchiature, fino all’organizzazione di eventi per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di adottare corretti stili di vita. «Anche in questa occasione – ha sottolineato Nunzio Pezzotta, presidente di Aob - ha dimostrato di sapersi attivare e dare risposte concrete a un preciso bisogno mediante l’acquisto della più moderna apparecchiatura che la tecnologia medica mette oggi a disposizione per la diagnosi del tumore al polmone. La donazione all’Unità di Pneumologia di questa apparecchiatura risponde pienamente alla mission di Aob perché evita tanti disagi e sofferenze ai pazienti, rendendo la diagnosi più veloce e meno invasiva, e perché consente lo sviluppo di competenze e professionalità che rendono ancora più alto il livello di eccellenza dell’assistenza oncologica dell’Ospedale di Bergamo». In Italia il tumore al polmone è al secondo posto per frequenza negli uomini (15%) e al terzo nelle donne (6%). Un terzo dei pazienti oncologici di sesso maschile e un quarto di quelli di sesso femminile muoiono per questa patologia.
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