Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 07 Aprile 2016
Trivelle, il 17 c’è il referendum - le info
Alle urne 817 mila bergamaschi, i costi
In città sono 85.930 gli elettori. Dai tabelloni agli straordinari del personale: ecco quanto costa a Palafrizzoni. Ecco la domanda e il suo significato.
Domenica 17 aprile si voterà sulle trivelle in mare. I seggi saranno aperti dalle 7 alle 23. Per l’ufficio elettorale del Comune saranno giorni di superlavoro. Sarà aperto per il rilascio delle tessere o dei duplicati in caso di smarrimento nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 12,30, il martedì e il giovedì di questa e della prossima settimana dalle 16 alle 18; venerdì 15 e sabato 16 dalle 8,30 alle 18 e il 17 aprile dalle 7 alle 23.
Sono 817.478 i bergamaschi chiamati alle urne per il referendum, il primo nella storia d’Italia ad essere stato ottenuto da nove Regioni. In città gli aventi diritto al voto sono 85.930 (46.372 donne, 39.558 uomini), ci sono poi 5.620 residenti all’estero iscritti all’Aire (l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero) che potranno votare per corrispondenza ma sono esclusi dalle liste consegnate ai presidenti di seggio.
La domanda che gli elettori troveranno stampata sulle schede è: «Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?». Il quesito è molto tecnico. Chi vuole eliminare le trivelle dai mari italiani deve votare sì, chi vuole che le trivelle restino senza una scadenza deve votare no.
In sostanza i cittadini dovranno decidere se i permessi per estrarre idrocarburi in mare, entro 12 miglia dalla costa, cioè più o meno a 20 chilometri da terra, debbano durare fino all’esaurimento del giacimento, come avviene ora, oppure fino al termine della concessione. Se il referendum dovesse passare le piattaforme attualmente in mare a meno di 12 miglia dalla costa verranno smantellate una volta scaduta la concessione, senza poter sfruttare completamente il gas o il petrolio nascosti sotto i fondali. Non cambierà invece nulla per le perforazioni su terra e in mare oltre le 12 miglia, che proseguiranno, né ci saranno variazioni per le nuove perforazioni entro le 12 miglia, già proibite dalla legge.Il referendum è stato voluto da 9 Regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto) preoccupate per le conseguenze ambientali e per i contraccolpi sul turismo di un maggiore sfruttamento degli idrocarburi.
Secondo i vari comitati «No-Triv», appoggiati dalle nove Regioni e da diverse associazioni ambientaliste come il Wwf e Greenpeace, le trivellazioni andrebbero fermate per evitare rischi ambientali e sanitari.
Ma cosa costa questo referendum ai bergamaschi?Dall’allestimento dei seggi ai servizi informatici fino all’individuazione del personale impegnato nelle operazioni di voto, a Palazzo Frizzoni la macchina organizzativa si è già messa in moto da qualche settimana in vista della consultazione referendaria sulla durata delle trivellazioni in mare. I seggi saranno 103, di cui quattro ospedalieri. Gli scrutatori sono già stati nominati, tre per ogni seggio ordinario (4 se ci sono case di cura), più altri due per ogni seggio speciale. In tutto tra i 310 e i 320.
E a Palafrizzoni? Sull’albo pretorio è comparsa la determina che quantifica la spesa (138 mila euro) per le prestazioni straordinarie connesse all’organizzazione allo svolgimento della consultazione. Ci sono poi le spese per i consueti tabelloni di metallo per la propaganda elettorale (32 mila euro) e per le operazioni di montaggio e smontaggio (bando di gara a base d’asta di 21 mila euro) dei cartelloni medesimi. Non è finita, perché sempre sull’albo pretorio del Comune cittadino, è previsto anche l’affidamento del servizio di carico e scarico, trasporto, consegna, allestimento dei seggi nelle diverse scuole e il successivo sgombero di tutto il materiale elettorale: l’importo base della gara è di 42.700 euro. A queste somme devono essere aggiunti i compensi di scrutatori e presidenti di seggio, che si aggirano complessivamente sui 40 mila euro. Per una «spesa referendaria» totale di quasi 300 mila euro per le casse comunali.
Su L’Eco di Bergamo del 7 aprile una pagina sul referendum del 17 aprile
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