Torre rossa nei prati, ecomostro sulle Alpi?
No, una casa della cultura «temporanea»

La foto pubblicata sul numero di Orobie di ottobre ancora in edicola, a prima vista è un pugno in un occhio, e sembra immortalare un ecomostro frutto della speculazione edilizia. Una torre che spicca con il suo rosso sgargiante e i 30 metri d’altezza tra i verdi prati di un passo alpino. In realtà, è un progetto culturale temporaneo che verrà demolito nel 2020. Non è in Italia ma in Svizzera.

«Origen», uno spazio teatrale e artistico a 2.300 m di quota. È una torre, definita effimera perché a scadenza. Infatti oggi c’è, ma nel 2020 verrà smantellata per sopravvivere soltanto nei ricordi. La montagna sarà così restituita alla sua naturalezza. La struttura conta ben 10 lati, è alta 30 metri e può resistere a venti fino a 240 km/h. La torre è stata costruita ai 2.284 m dello Julier pass, che mette in comunicazione Saint Moritz e Thusis al confine tra i bacini idrografici del Reno e del Danubio. Per ammirarla ci sono 3 anni di tempo. Inaugurata nel corso della scorsa estate, verrà demolita nel 2020. È stata concepita dall’organizzazione che porta il suo nome, un organismo che dal 2005 promuove la cultura grigionese trilingue, organizzando un festival annuale basato in particolare sul teatro musicale. Realizzata durante il disgelo, in soli 2 mesi, è interamente in legno.

Il progetto è firmato da Giovanni Netzer e rappresenta gli ideali dell’identità svizzera, quel suo costante porsi al centro dei popoli e dell’Europa da cui formalmente si tiene però distante. La torre è robusta, massiccia, ma allo stesso tempo accogliente e trasparente. Non contiene scritte, né slogan e speriamo venga rispettata nella sua integrità. Unisce culture e lingue diverse com’è giusto che sia nel cantone dei Grigioni dove si mescolano tedesco, italiano e romancio, una delle lingue ladine delle Alpi. Periodicamente si anima e diventa un teatro per gli spettatori che salgono in quota sfidando il vento gelido.

Leggi di più sul numero di ottobre di Orobie in edicola.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Adriano Pezzotta

7 anni, 5 mesi

a Sestriere abbiamo fatto di peggio --sara' l emblema della speculazione edilizia italiana ? -- e non verranno nemmeno demolite...

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Mario Trovenzi

7 anni, 5 mesi

In confronto all'obrobrio che si vede al passo del tonale questo è ancora niente

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FABRIZIO CAVAGNA

7 anni, 5 mesi

L'inutilitá dell'inutile! Ma la montagna non è meravigliosa così com'è?

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Riccardo Baldassarri

7 anni, 5 mesi

Be almeno e' un danno reversibile, a differenza di molte altre opere nostre che, cessato l'effimero uso, rimangono a marcire per sempre deturpando e inquinando. Mi viene in mente l'impianto sciistico dei Colli di S.Fermo, o gli innumerevoli capanni di caccia abbandonati, per non parlare della colata di cemento e asfalto che ha insozzato la nostra bassa pianura.

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Francesco Conrad

7 anni, 5 mesi

Non ho capito, un ecomostro non è un ecomostro solo perché verrà smantellato fra 3 anni?

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Giulio Casari

7 anni, 5 mesi

Guardando in casa nostra basta andare al Tonale, arrivando dal Trentino salta all'occhio prima un palazzone rosso, poi tre blocchi lisci senza balconi, con tante finestre a "loculo ".. e quelli son appartamenti che dubito abbatteranno

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paolo pedemonti

7 anni, 5 mesi

Secondo me Netzer é stato vittima di bullismo da piccolo...

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piero moccoli

7 anni, 5 mesi

fatto il danno, ma cambiando un po l'estetica con piante o altro oramai la lascerei li oggetto da non imitare pero'

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Mario Colombo

7 anni, 5 mesi

Sti archotetti di grido! (si grido allo scempio)

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