Tir con 16 tonnellate di rame trinciato
Traffico illecito di rifiuti: 18 arresti

L’operazione tra Milano e Lecco. Sottoposto a sequestro anche un pericoloso carico di rifiuti radioattivi, composto da 16 tonnellate di rame trinciato, proveniente dalla provincia di Bergamo, e bloccato dalla Polizia stradale di Brescia nel maggio 2018.

Dieci persone sono finite in carcere e otto ai domiciliari nell’ambito di una indagine della Dda di Milano per associazione per delinquere di tipo mafioso e associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode fiscale, autoricilaggio, usura ed estorsione. L’operazione condotta dal Gico (Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata) della Gdf, dalla Finanza e dalla Squadra Mobile di Lecco si è svolta in Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna e ha portato anche al sequestro di un carico di rifiuti radioattivi. La Procura ha ricostruito l’attività di un sodalizio mafioso nel lecchese guidato Cosimo Vallelonga, esponente di spicco dell’ndrangheta è già condannato.

Durante l’operazione cominciata all’alba di martedì 9 febbraio sono state effettuate numerose perquisizioni, tutt’ora in corso, durante le quali sono stati rinvenuti beni di valore e armi detenute illegalmente. Inoltre è stata data anche esecuzione a un decreto di sequestro preventivo per equivalente di oltre 120 mila euro e di quote di società utilizzate per operazioni illecite.

I provvedimenti firmati dal gip Alessandra Clemente su richiesta del pm della Dda Paola Biondolillo e Adriano Scudieri, come si legge in una nota firmata dal Procuratore della Repubblica Francesco Greco, sono lo sviluppo di un’attività investigativa che ha consentito di accertare come Vallelonga - già condannato per associazione di stampo mafioso in seguito alle inchieste di metà degli anni ’90 ’La notte dei fiori di San Vitò e del 2010 con il nome “Infinito” - dopo aver scontato l’ultima condanna ha ripreso i contatti e «rivitalizzato il sodalizio mafioso». Un’attività che avrebbe portato avanti ricevendo anche nel suo ufficio all’interno del negozio «Arredo Mania» di La Valletta Brianza altri esponenti della ’ndrangheta per dirimere controversie e concordare nuove strategie ed eludere i controlli. Gli incontri sarebbero avvenuti anche con imprenditori locali, sia per erogare presiti a tassi usurari sia per organizzare il reinvestimento di proventi di attività illecite in campo economico. Tra gli uomini di fiducia di Vallelonga c’è anche Vincenzo Marchio, figlio di Pierino altro affiliato e storicamente legato alla famiglia Coco Trovato.

L’«imponente» traffico illecito di rifiuti sarebbe stato organizzato, secondo le indagini, sempre da Vallelonga e i suoi coindagati, attraverso imprese che operano nel settore del commercio di metalli ferrosi e non ferrosi avrebbe portato a una movimentazione illegale di oltre 10 mila tonnellate di materiale anche con l’utilizzo di società cartiere che hanno annotato fatture false per circa 7 milioni di euro. Il denaro per gli acquisti in nero del materiale ferroso si aggira attorno a 30 milioni. Nel maggio del 2018 poi è stato pure sequestrato un «pericoloso carico di rifiuti radioattivi» composto da 16 tonnellate di rame trinciato proveniente dalla provincia di Bergamo e bloccato dalla Polizia Stradale di Brescia.

Inoltre è stato riscontrato come i proventi illeciti siano stati reimpiegati anche in attività di ristorazione e del commercio di auto, oltre che nel settore sempre dei rifiuti. Infine sono stati ricostruiti episodi di usura, con tanto di condotte estorsive per il recupero crediti, in danno di almeno 8 persone in difficoltà economiche, tra cui diversi imprenditori lombardi: 750 mila euro di prestiti a tassi di interesse fino al 40 per cento.

Il 12 febbraio in merito a questa notizia abbiamo ricevuto una richiesta di rettifica (clicca qui)

© RIPRODUZIONE RISERVATA