Cronaca / Bergamo Città
Sabato 17 Dicembre 2016
Tagli ai punti nascita, critiche indigeste
Maroni punisce il «ribelle» Capelli
Il capogruppo di Lombardia Popolare aveva eccepito sul ruolo della Regione
nell’iter per tenere aperto il reparto di Piario. Il governatore lo «caccia». Lui: no comment.
A Piario il punto nascita per il momento resta aperto, a chiudere (e non darebbe l’idea di essere solo per il momento) è invece Roberto Maroni con l’avvocato seriano e consigliere regionale di maggioranza Angelo Capelli, che lo stesso governatore aveva tenuto fianco a fianco per confezionare la riforma socio-sanitaria della Lombardia. Non esattamente niente. Licenziata la legge di riforma a settembre 2015, il capogruppo di Ncd in Regione (ora di Lombardia Popolare) viene scelto da Maroni per far parte del tavolo permanente di monitoraggio dell’attuazione della stessa riforma: Capelli era stato messo lì per ovvie competenze, essendo stato il coestensore del testo di riforma (con Fabio Rizzi, ex presidente leghista della Commissione sanità poi arrestato a febbraio con l’accusa di aver preso tangenti) e come rappresentante del Consiglio regionale, insieme allo stesso governatore e al direttore generale della Sanità lombarda, Giovanni Daverio.
Il 9 dicembre scoppia il caso punto nascita di Piario (e di altri tre ospedali in Lombardia che non raggiungono la soglia dei 500 parti l’anno). Capelli si spende, non mandandole a dire né a Maroni, né soprattutto all’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera. I quali sostengono che la colpa del rischio chiusura dei punti nascita sia da imputare al ministero di Lorenzin, mentre il bergamasco Capelli ha «ricordato» – anche a mezzo stampa –, che è nella facoltà della Regione decidere se tenerli aperti o no. Che raggiungano o meno i 500 parti, tocca a Palazzo Lombardia decidere. I rumors sono stati confermati da Gallera, il quale ha dichiarato che, in sostanza, il «ribelle» Capelli è fuori: «Con decreto del presidente – spiega – è stato revocato a Capelli l’incarico al Tavolo permanente di monitoraggio della riforma socio-sanitaria».
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