Stop allo spostamento tra regioni
C’è la conferma: proroga fino al 27 marzo

Stop agli spostamenti in zona rossa verso abitazioni private: le decisioni del Consiglio dei ministri di stamattina.

Stop agli spostamenti in zona rossa verso abitazioni private. È la novità che, a quanto apprende l’Ansa al termine del Cdm di lunedì 22 febbraio da fonti di governo, compare nel nuovo decreto legge Covid, che proroga al 27 marzo le limitazioni agli spostamenti. Resta nelle zone gialle e arancioni la possibilità, una sola volta al giorno, di spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata, tra le 5 e le 22, in massimo due persone, con i figli minori di 14 anni. Questa possibilità non varrà più nelle aree rosse.

«Non possiamo pretendere di chiamarvi a ratificare decisioni già prese, ma possiamo e vogliamo chiedervi di partecipare a un processo decisionale che certo dovrà essere tempestivo, snello, ma che non potrà calare sulle vostre teste». È l’apertura del nuovo governo alle Regioni nelle parole della ministra delle Autonomie Mariastella Gelmini, che al vertice di domenica 21 febbraio insiste sull’unità. «Non servono divisioni, ma soluzioni», dice. E si partirà dalla proroga di 30 giorni del divieto di spostamento tra Regioni che scade il 25 febbraio, unico provvedimento in discussione nel Consiglio dei ministri di stamattina (lunedì 22 febbraio), il primo sulla crisi pandemica del governo Draghi. La nuova «dead line» dello stop alla mobilità anche tra zone gialle – sulla quale c’è il consenso dei governatori – sarà così il 27 marzo. La strategia complessiva del nuovo esecutivo sarà poi definita con il Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm), che seguirà quello in scadenza il 5 marzo. Dopo la conference call del premier con i ministri ieri, i governatori vengono informati e consultati, alla vigilia della riunione a Palazzo Chigi, nella videoconferenza con Gelmini e con il ministro della Salute Roberto Speranza. E presentano una loro piattaforma di proposte che oggi sarà portata al governo, assicura la ministra.

I presidenti di Regione chiedono di inserire nella cabina di regia politica - non quella del monitoraggio del contagio - anche i ministri economici (come ieri nella call con Draghi), «al fine di dosare gli impatti delle decisioni sui cittadini e le imprese». «In via strutturale, lo stesso provvedimento che introduce restrizioni per il Paese e poi restrizioni particolari per singoli territori – si legge nel documento della Conferenza – deve anche attivare gli indennizzi e salvaguardare le responsabilità, garantendo la contestualità a prescindere da chi adotta il provvedimento». Insomma, ristori tempestivi a qualsiasi livello per le categorie penalizzate dalle chiusure sia nazionali che locali. «È necessario, inoltre, condividere maggiormente i provvedimenti», insistendo sul preavviso congruo che il governo deve dare per evitare il caos come per lo sci e i ristoranti aperti/chiusi nel weekend. Su questo Gelmini ha dato rassicurazioni. L’ipotesi che circola è che il monitoraggio venga effettuato a inizio settimana e non venerdì per non far arrivare la decisione sui colori delle zone troppo a ridosso del week end.

Le Regioni chiedono poi di accelerare decisamente nella campagna vaccinale, reperendo le dosi necessarie, e collegando il problema ai criteri che hanno regolato finora i colori, in primis l’inesorabile Rt, l’indice di trasmissibilità. «Si ritiene indispensabile procedere a una revisione dei parametri e alla contestuale revisione del sistema delle zone - affermano -, nel senso della semplificazione, che passi funzionalmente anche da una revisione dei protocolli per la regolazione delle riaperture, in senso anche più stringente laddove necessario».

«Occorre in questa fase un cambio di passo che consenta di coniugare le misure di sicurezza sanitaria con la ripresa economica e delle attività culturali e sociali». «È evidente – è la conclusione – che se la campagna vaccinale accelera, l’Rt perde progressivamente di rilevanza». Alla Conferenza Stato-Regioni che dovrebbe esserci oggi dopo il Consiglio dei ministri non prende parte Mario Draghi.

Sarà confermata anche la possibilità di fare visita ad amici e parenti, ossia la regola, per ora valida fino al 5 marzo, che consente di spostarsi verso un’altra abitazione privata massimo in due persone, più i figli minori di 14 anni. E ciò nonostante la curva dei contagi non accenni a deflettere, ben oltre i 10 mila test positivi al giorno, con pazienti in aumento in terapia intensiva e nei reparti ordinari e i decessi ancora decisamente sopra i 200.

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